Preoccupazioni e necessità di pianificazione previdenziale

Un recente rapporto del CENSIS ha messo in luce la crescente preoccupazione degli italiani per quanto concerne il proprio futuro e la propria tranquillità finanziaria una volta in pensione.

Il periodico ricorso da parte dei vari governi che si sono succeduti negli ultimi decenni a riforme volte a modificare un sistema previdenziale (a torto o ragione) ritenuto troppo oneroso per una società che cambia sia sotto l’aspetto demografico sia sotto quello sociologico ha ormai persuaso tutti che non è più possibile fare affidamento su un welfare pubblico per la totale copertura dei propri bisogni previdenziali. Che ci piaccia o no dobbiamo fare i conti con uno stato che tenderà inevitabilmente e progressivamente a trasferire l’onere della previdenza dalle proprie spalle a quelle dei singoli individui.

La pianificazione previdenziale richiede una  serie di riflessioni e di passaggi; in questo momento mi limiterò ad alcune riflessioni ripromettendomi di approfondirle in un secondo momento.

La rendita previdenziale complementare deve essere certa, garantita e vitalizia. Deve essere determinata in modo tale da contribuire, insieme alla previdenza pubblica, alla copertura dei cosidetti bisogni primari (alimentazione, abitazione, cura della persona, comunicazioni, spostamenti).

Soprattutto non deve mai venire a mancare, in nessun momento una volta ritirati dalla vita lavorativa.

 

Come ottenere una rendita certa e garantita

In base a queste considerazioni l’unico modo per ottenere una rendita che sia certa, garantita e vitalizia sia quello di rivolgersi ad un fondo pensione.

A meno che non si sia particolarmente facoltosi (e allora il problema non si pone) suggerisco di lasciar perdere soluzioni fantasiose a base di finanza fai da te o investimenti immobiliari: si tratta di ipotesi sicuramente suggestive ma, a mio avviso, non particolarmente efficenti.

A parità di rendita attesa, infatti, un immobile dato in locazione richiederà un investimento iniziale molto più oneroso di un montante da trasformare in rendita e comporta una maggior incertezza (morosità? spese di manutenzione? incertezza fiscale?)

Allo stesso modo un investimento finanziario che generi un flusso cedolare costante è soggetto all’incertezza su quali saranno i rendimenti al momento di andare in pensione e, soprattutto, richiede somme ben più importanti per poter beneficiare di quella adeguata diversificazione in grado di fornirci la giusta sicurezza.

Sia chiaro però che queste soluzioni (investimenti finanziari e immobiliari) possono essere la risposta giusta per far fronte ai bisogni secondari.

Nei prossimi articoli vedremo come, e con quali strumenti, sia possibile pianificare in maniera efficace il proprio futuro previdenziale.

Consulente finanziario presso un primario gruppo nazionale e velista. Mio nonno, invece, faceva il falegname. Dalla sua bottega uscivano piccoli mobili e utensili per l’uso quotidiano destinati ad una clientela estremamente esigente: piccoli artigiani e agricoltori che da quegli oggetti traevano di che sostentarsi e realizzare i propri progetti. Con la stessa cura con cui ora io mi propongo di affiancare i miei clienti nelle scelte di investimento e gestione dei propri risparmi. Anche, e soprattutto, quando i tempi non consentono una facile navigazione.