Una delle basi teoriche sulla quale si basa la programmazione neuro linguistica è il concetto di mappa e territorio, teorizzato da Alfred Korzybski.

Così Gregory Bateson: “Diciamo che la mappa è diversa dal territorio; ma cos’è il territorio? Da un punto di vista operativo, qualcuno con la sua retina, o con un metro, è andato a ricavare certe rappresentazioni che poi sono state riportate sulla carta. Ciò che si trova nella carta topografica è una rappresentazione di ciò che si trovava nella rappresentazione retinica dell’uomo che ha tracciato la mappa; e se a questo punto si ripete la domanda, ciò che si trova è un recesso all’infinito, una serie infinita di mappe: il territorio non entra mai in scena. Il territorio è la Ding an sich, e con esso non c’è nulla da fare, poichè il procedimento di rappresentazione lo eliminierà per sempre, cosicchè il mondo mentale, è costituito solo da mappe di mappe, ad infinitum. Tutti i ‘fenomeni’ sono letteralmente ‘apparenze’ (G. Bateson, Verso un’ ecologia della mente, 1972)

Una mappa, diciamo una cartina geografica, è una rappresentazione di un territorio. Nella mappa compaiono gli elementi utili per orientarsi in un territorio sconosciuto, ad esempio i nomi delle vie, le strade, i luoghi importanti (comune, chiesa, ospedale, eccetera). Possiamo quindi dire che la mappa rappresenta il territorio, ma è ben distante da essere così ricca di informazioni come il territorio. La mappa è in scala e se fosse in scala 1:1 sarebbe inutilizzabile. Nella nostra cartina geografica non compaiono le case, gli alberi, i gradini sul marciapiede e tutti quei generi di dettagli. Peraltro sarebbero informazioni inutili in una cartina geografica. Possiamo quindi ampiamente concordare con l’enunciazione “la mappa non è il territorio”.

Cos’è una parola se non una rappresentazione della realtà? Quando pronuncio la parola casa, sto emettendo delle frequenze acustiche, che all’orecchio mio e delle altre persone, vengono reinterpretate in un concetto mappato nella nostra mente: casa.

L’essere umano utilizza costantemente delle mappe per muoversi nella realtà e non direttamente la realtà stessa. In ogni momento, nel processo del pensiero, l’uomo trova risposta alla domanda “cosa significa e cosa farò” e nel farlo il suo giudizio e la sua decisione sono determinate e determinano le sue mappe.

In pnl questo è un presupposto teorico che sostanzialmente dice: “quando una persona affronta un problema, il problema non è nella realtà stessa, ma nella mappa della persona. C’è quindi sempre una soluzione. La mappa deve arricchirsi di quelle scelte che permetteranno alla persona di trovare la soluzione”.

Quando una mappa è impoverita, perchè mancano particolari importanti, può essere dannosa, e non utile al suo scopo. Se la cartina geografica non contiene i nomi delle vie, è inutile per la persona che non conosce il posto. Allo stesso modo una rapprensetazione mentale priva di importanti riferimenti non è utile alla persona. Se, ad esempio, nella mappa mentale di una persona manca la comprensione che a volte anche le altre persone soffrono, penserà che “sono dei gran antipatici, perché non mi hanno salutato con un sorriso”.

Se una coppia sposata non vede altra soluzione se non lasciarsi, è perché nelle loro mappe non esiste altra soluzione, non perché non esistono altre soluzioni. E’ sempre possibile aggiornare una mappa ed è quindi sempre possibile trovare una soluzione. Il metamodello è uno strumento di pnl che aiuta a conoscere la mappa, a metterla in discussione e ad arricchirla.

Marco Cattaruzza, coach, formatore, imprenditore, ho una missione: condividere la mia decennale esperienza formativa con i migliori coach del mondo.

Nel 1999 partecipando ad un corso di formazione sulla pianificazione degli obiettivi, ho scoperto la mia passione: crescere e migliorare. Ho frequentato i miei primi corsi di formazione in Italia, e il momento di svolta è stato conoscere Anthony Robbins in Inghilterra e la partecipazione alla Mastery University e Leadership Academy negli Stati Uniti. Ho conosciuto Richard Bandler in Svizzera, studiando ipnosi sperimentale, e in Florida studiando la programmazione neuro-linguistica. Ho voluto sviluppare l’intuito e grazie ai corsi di Francesco Martelli ho imparato anche il metodo Silva Ultramind, ho praticato meditazione con Deepack Chopra e studiato tecniche avanzate di investimento borsistico con Chuck Mellon a Davos in Svizzera. Ho fatto tesoro degli insegnamenti di John Gray sulle differenze tra l’uomo e la donna. Impegno ogni giorno ad apprendere qualcosa di nuovo, fosse anche per soli 10 minuti. Ho frequentato la scuola per coach in Italia e sto frequentando la scuola per coach del Robbins-Madanes Center for Strategic Intervention.

Mi piace viaggiare per conoscere le culture, le persone e la natura. Un luogo che è rimasto nel cuore: il Messico. Per la sua gente, per gli indios che vivono una vita semplice e riescono ad apprezzare la vita più di quanto riesca di fare a me. Amo gli Stati Uniti per le innumerevoli possibilità che questa terra riesce ad offrire, dall’esuberanza di Las Vegas e New York, all’atmosfera caraibica e libertina di Key West. Tornerei oggi stesso nel deserto delle Olgas, in Australia, per ammirare il silenzio e la maestosità dei suoi colori. E vorrei aver passato più tempo Shangai, per comprendere quella cultura così ricca e così dissimile.

Assieme alla mia compagna Cristina cresco i nostri figli, con la speranza e la volontà di essere un esempio straordinario. Metto tutto me stesso in quel che faccio e voglio il meglio per i miei clienti. Sono soddisfatto quando il mio cliente ritrova la libertà di un bambino, desiderando scoprire e giocare il gioco della vita, vivendo nell’amore.