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La tassazione dell’oro

Non basta investire in strumenti finanziari efficienti come le ETC,o gli ETF, o semplicemente nell’oro fisico. Ma bisogna considerare anche l’aspetto fiscale delle operazioni suddette.

Infatti il governo italiano ha deciso di emettere delle tassa sull’oro dopo la revisione operata a seguito del parere contrario della Banca Centrale Europea. L’emendamento lascia ferma la disposizione relativa alla tassa sulle plusvalenze in oro con aliquota di un incerto importo.

Inoltre l’emendamento suddetto ha previsto che la tassa sull’oro sia applicata anche alle riserve della Banca d’Italia nella misura idonea a garantire l’indipendenza sia istituzionale che finanziaria della Banca centrale.

Infatti la tassa sull‘oro è entrata in vigore sessanta giorni dopo l’entrata della legge di conversione del decreto. La tassa sull’oro viene applicata esclusivamente sulle plusvalenze non realizzate, bensì maturate, contrariamente invece all’imposta sulle plusvalenze o sui redditi da capitale, che sono applicati direttamente sugli importi dei ricavi realizzati.

Facciamo un esempio pratico, in modo da intenderci: al momento dell’acquisto di un lingotto d’oro ad esempio, la suddetta transazione non è soggetto ad IVA essendo che l’Italia è allineata alla normativa vigente nel resto dell’Europa, (direttiva 98/80/CE del consiglio del 12 ottobre 1998).

Ma al momento della vendita viene applicata la regola denominata «Capital Gain» che consiste nell’indicare la differenza tra il prezzo di vendita e quello di acquisto, ovvero una plusvalenza costituita dalla rimanenza tra il prezzo percepito all’atto della cessione della partecipazione ed il costo d’acquisto al lordo degli oneri accessori. In pratica se si ricaverà un guadagno sulla differenza tra l’acquisto e la vendita, allora bisognerà tenerne conto sulla dichiarazione dei redditi.

E’ necessario pagare una tassa del 20% sull’eventuale introito guadagnato tra prezzo di acquisto e prezzo di vendita.

Ma il prezzo di acquisto non è sempre dimostrabile, proprio per tale ragione il governo ha decretato che venga applicata una tassa del 20% sul 25% dell’importo netto realizzato all’atto della vendita dell’oro da investimento.

Ad esempio: costo di acquisto:80.000€.

corrispettivo di vendita: 100.000€

plusvalenza: 20.000

mentre l’imposta calcolata sull’importo di 20.000€ è pari a 4.000€. Questo prospetto appena illustrato è un esempio di vendita con acquisto documentato.

In caso di vendita senza acquisto documentato, la tassa sull’oro si calcolerà nel seguente modo:

corrispettivo di vendita 100.000€

plusvalenza tassabile 25%: 25.000€

la tassa del 20% in questo caso si applica sull’importo di 25.000€. quindi l’imposta è di 5.000€.

 

Quindi il mio consiglio, oltre a pagare la tassa sull’oro, è di conservare la ricevuta fiscale rilasciata, per evitare un giorno di dover pagare più del dovuto.

Naturalmente quanto appena detto non si applica alla vendita dei gioielli o ai privati che vendono i gettoni d’oro vinti nelle varie trasmissioni televisive.

Ma l’imposta è da pagare esclusivamente per la cessione dell’oro grezzo e del monetato.

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