Money 2
L’incertezza relativa agli sviluppi del panorama politico italiano ha condizionato anche l’andamento del mercato azionario domestico che ha praticamente azzerato i guadagni messi a segno nel corso dei primi due mesi di contrattazioni del 2013.

Ripercorriamo per un attimo lo svolgimento degli eventi nel corso del 2012.

Dopo i primi mesi di relativo ottimismo seguito alle dimissioni del governo Berlusconi e all’insediamento del governo Monti, gli entusiasmi vengono via via raffreddati dalla congiuntura economica sempre più difficile fino ad arrivare a quello che considero il vero apice della crisi: l’estate 2012.

Se osserviamo l’andamento dei mercati finanziari non può passare inosservata la discesa dell’indice FTSE MIB da 17.000 punti del marzo 2012 ai 13.000 di giugno e agosto 2012; nello stesso periodo lo spread tra BTP decennale e Bund decennale che aveva registrato un minimo tra febbraio e marzo 2012 torna a salire fino alla fatidica soglia dei 500 bps.

Lo spread

Fino all’estate 2012 l’indice MSCI ITALY sottoperforma chiaramente l’indice MSCI EUROPE.

Italy vs Europe

A questo punto entra in scena Mario Draghi che, indossati i panni di Chuck Norris, sbatte i pugni sul tavolo pronunciando la famosa frase ‘La BCE farà quanto necessario per normalizzare i mercati e, credetemi, sarà sufficiente’.

Da agosto 2012 il rendimento del decennale italiano comincia inesorabilmente a scendere (il governo Monti festeggerà la fatidica ‘quota Monti’ a 280 bps dimenticando di ringraziare pubblicamente il vero artefice di questa discesa: cioè il governatore della BCE e gli acquisti di titoli di debito pubblico), il mercato azionario andrà al traino sovraperformando l’indice MSCI EUROPE e il FTSE MIB tornerà a vedere quota 18.000 punti.

A gennaio 2013, tuttavia, i sondaggi che registrano un riavvicinamento degli schieramenti  suggeriscono  cautela ai mercati che tornano a registrare un rialzo dello spread e un indebolimento dell’indice azionario.

Il resto è cronaca di questi giorni.

A questo punto trovo interessante analizzare l’attuale situazione utilizzando gli indicatori di partecipazione con cui abbiamo familiarizzato per cercare di elaborare quali saranno i più probabili scenari futuri.

Cominciamo con l’analizzare la partecipazione al trend con l’indice Advance Decline Cumulative Line:

advance decline line

Come si vede l’andamento dell’indicatore conferma, sul lungo periodo (un anno) il trend rialzista dei prezzi: entrambi trattano al di sopra della media mobile a 52 settimane e registrano una sequenza di massimi e minimi crescenti.

La tendenza rialzista di fondo è confermata anche dalla partecipazione:

new high new lows

Le fasi di rialzo sono caratterizzate da un numero crescente di azioni che registrano nuovi massimi.

Inoltre abbiamo una sequenza decrescente di numero di azioni sui nuovi minimi che coincide con una sequenza di minimi crescenti sul grafico dei prezzi.

Anche l’andamento del rapporto tra azioni al rialzo e azioni al ribasso segnala un evidente ipervenduto a conferma che quello in formazione dovrebbe essere un minimo da cui le quotazioni potrebbero ripartire nel breve periodo.

bull bear ratio

Il grafico confronta l’andamento dei prezzi con la media mobile a 5 settimane delle azioni con chiusura rialzista (linea verde) e azioni con chiusura ribassista (linea rossa): come si vede il grafico segnala un livello raggiunto, in precedenza, in coincidenza con il minimo temporaneo di novembre 2012.

Da questi livelli, di solito, parte un rialzo più o meno duraturo e più o meno consistente.

Per concludere ritengo utili un paio di riflessioni:

1)      Il rendimento del BTP italiano si è avvicinato al rendimento del BONOS spagnolo ma è ancora inferiore; al contrario i CDS per assicurarsi contro il rischio default spagnolo costano meno dei CDS a protezione del rischio insolvenza del debito pubblico italiano. Vuol dire una sola cosa: subito dopo le elezioni italiane la BCE è intervenuta  per impedire che la situazione politica dell’Italia potesse condizionare i mercati finanziari.

Tuttavia, malgrado l’intervento della banca centrale, il mercato inizia a percepire l’Italia come più rischiosa della Spagna.

2)      Dal punto di vista economico la situazione complessiva non è così negativa: secondo le stime di Markit.com possiamo aspettarci un aumento del 4% dei dividendi pagati rispetto al 2012 con una sola società che ridurrà i pagamenti rispetto alle novedell’anno scorso

<a href=”http://www.flickr.com/photos/92335984@N08/8539141902/” title=”Lo spread di ecletticamente, su Flickr”><img src=”http://farm9.staticflickr.com/8088/8539141902_9a7484a463.jpg” width=”500″ height=”305″ alt=”Lo spread”></a>

Consulente finanziario presso un primario gruppo nazionale e velista. Mio nonno, invece, faceva il falegname. Dalla sua bottega uscivano piccoli mobili e utensili per l’uso quotidiano destinati ad una clientela estremamente esigente: piccoli artigiani e agricoltori che da quegli oggetti traevano di che sostentarsi e realizzare i propri progetti. Con la stessa cura con cui ora io mi propongo di affiancare i miei clienti nelle scelte di investimento e gestione dei propri risparmi. Anche, e soprattutto, quando i tempi non consentono una facile navigazione.