In questo delicato momento storico nel quale ci troviamo a vivere, indipendentemente dal “target” di appartenenza in cui ci possiamo riconoscere (giovani o meno giovani, occupati o inoccupati, precari o meno), diventa indispensabile riflettere sul significato e il valore delle competenze chiave per la vita, anchè in virtù di una possibile o migliore collocazione nel mercato del lavoro.

In via generale le competenze rappresentano un insieme di conoscenze, abilità e atteggiamenti trasferibili e multifunzionali, di cui tutti gli individui hanno bisogno per un completo sviluppo personale, l’inclusione sociale e il lavoro.

In particolare, è nell’ambito del Programma di Lavoro “Istruzione e Formazione 2010” promosso dalla Commissione Europea e dagli Stati membri dell’UE, che si inserisce una raccomandazione del Parlamento Europeo e del Consiglio, relativa all’importanza di stabilire competenze chiave per l’apprendimento permanente.

All’interno di questa raccomandazione ( 18 dicembre 2006), è stato inserito l’allegato competenze chiave per l’apprendimento permanente – Un quadro di riferimento europeo, con il quale per la prima volta sono state rese note le otto competenze chiave per la vita, necessarie per conseguire la “realizzazione personale, l’inclusione sociale, la cittadinanza attiva e l’occupabilità, nella nostra società basata sulla conoscenza”.

Alla luce dell’attuale scenario mondiale, caratterizzato da rapidi mutamenti e forti interconnesioni, il quadro di riferimento ha delineato le seguenti competenze chiave:

1- comunicazione nella madrelingua
2- comunicazione nelle lingue straniere
3- competenza matematica e competenza di base in scienza e tecnologia
4- competenza digitale
5- imparare ad imparare
6- competenze sociali e civiche
7- spirito di iniziativa e imprenditorialità
8- consapevolezza ed espressione culturale.

Si può affermare che le prime quattro competenze chiave corrispondono alle pietre angolari dell’apprendimento, in quanto ad oggi risulta basilare detenere competenze nelle abilità fondamentali del linguaggio, della lettura, della scrittura e del calcolo, nonché nelle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (TIC), relative all’apprendimento di competenze digitali.

Diventa altresì fondamentale “alfabetizzarci” in un altra lingua straniera, consapevoli che in un futuro non troppo prossimo parleremo solo inglese o… cinese! In quest’ottica si può ben comprendere la quinta competenza chiave dell’imparare ad imparare, una competenza trasversale alle altre sette indicate, in quanto indica “l’abilità di perseverare nell’apprendimento, di organizzare il proprio apprendimento anche mediante una gestione efficace del tempo e delle informazioni, sia a livello individuale che in gruppo”.

L’imparare ad imparare ci invita quindi a prendere consapevolezza dei nostri personali processi di apprendimento, in tal caso riflettendo anche su come processa l’informazione il nostro nostro emisfero dominante ( destro fluidico e creativo? sinistro razionale, ripetitore di modelli?). Tale competenza ci può aiutare inoltre a familiarizzare con i nostri bisogni, i quali sono strettamente correlati ai nostri sentimenti: sentimenti positivi ( gioia, gratificazione, serenità etc…) indicano in genere bisogni soddisfatti, mentre sentimenti negativi ( tristezza, rabbia, paura etc…) sono indicatori di bisogni insoddisfatti… Sotto questo profilo, la competenza dell’imparare ad imparare può esserci d’aiuto anche nello stilare quello che io definisco “l’inventario” dei sentimenti e dei bisogni, utili per entrare in contatto con noi stessi e vedere la Verità, cioè ciò che ci anima dentro davvero. In proposito consiglio di approfondire (imparare ad imparare) la Comunicazione Non Violenta (CNV) proposta dallo psicologo americano M. Rosenberg, il quale ha definito la CNV come “la naturale ?? di comunicare con il cuore”.

Proseguendo con le competenze chiave, la competenza sociale e civica “include le competenze personali, interpersonali e interculturali”. In via generale è la competenza chiave che richiede la conoscenza e l’abilità di padroneggiare l’intelligenza emotiva, così come formulata da D. Goleman, nonché le competenze sociali richieste per poter gestire positivamente le relazioni interpersonali, sia pubbliche che private ( es. manifestare capacità di ascolto, assertività e negoziazione etc…). La competenza civica è strettamente legata alla competenza interculturale nell’ottica del rispetto e della tolleranza.

A mio avviso, la competenza più importante da sviluppare alla luce dell’attuale scenario economico, è senz’altro quella di maturare uno spirito di iniziativa e di imprenditorialità. Questa competenza “concerne la capacità di una persona di tradurre le idee in azione”. Come ho scritto più volte anche nel mio libro, il Manuale del giovane precario. Esperienze personali e consigli utili, la sequenza da imparare è che le idee sommate alle azioni producono sempre risultati. E se i risultati conseguiti oggi possono risultare scadenti forse è perchè ancora non abbiamo messo in atto le pratiche migliori per poterli realizzare. Come ho scritto in un mio precedente articolo, è importante capire che se un risultato non è andato come speravamo, lo è stato ora, oggi, e quindi un domani possiamo e dobbiamo sempre poter credere che vada meglio. Perchè le condizioni di domani potranno essere più favorevoli rispetto a quelle di oggi. Dobbiamo solo avere fede! Lo spirito di iniziativa ci invita quindi a promuovere idee creative e innovative, mentre l’imprenditorialità a far fronte all’assunzione di rischi, così come la capacità di pianificare e di gestire progetti per raggiungere obiettivi ( gestione progettuale proattiva).

L’ultima competenza citata dal quadro di riferimento europeo per le competenze chiave è quella della consapevolezza ed espressione culturale. E’ nella consapevolezza infatti che risiede “l’importanza dell’espressione creativa di idee, esperienze ed emozioni, in un’ampia varietà di mezzi di comunicazione, compresi la musica, le arti dello spettacolo, la letteratura e le arti visive”. Il quadro di riferimento parla espressamente di “auto-espressione” intesa come capacità di manifestare le proprie abilità creative, anche in sinergia con il contesto di appartenenza. Nel mio caso specifico, da anni mi “auto-esprimo” attraverso dei laboratori stabili di teatro creativo e di improvvisazione, laboratori organizzati dall’associazione culturale Dimensioni Parallele Teatro, radicata su territorio emiliano. Un teatro che il mio regista ha definito nei termini di Teatro dell’Umano, “un teatro che non sia rappresentazione del reale, ma intensificazione dell’esistenza”. Perchè è a teatro che l’uomo porta sé stesso, le sue emozioni, le sue paure, gioie e tormenti; è a teatro che è possibile ascoltare ed assecondare i propri bisogni, celebrando quindi quella intensificazione dell’esistenza propria del Teatro dell’Umano.

Un “Ciao!” a te che mi stai leggendo, e che condividerai insieme a me questa nuova avventura nel team di Ecletticamente!

E' sempre difficile presentarmi, semplificarmi in poche righe, io che da tempo ho fatto mio il passo di Walt Whitman : “contengo moltitudini” : )
Perche' TUTTI noi conteniamo moltitudini, solo che tante volte ce ne dimentichiamo...cosi' presi dalla nostra quotidianita, tante volte ci diamo per scontati'!

Comunque, sono Laura Pagano, ho 27 anni e abito in provincia di Modena. Nel 2008, dopo aver conseguito una laurea triennale in “Servizio Sociale” alla Facolta' di Scienze Politiche di Bologna, ho esercitato per un periodo la professione di assistente sociale. In seguito a questa esperienza, che all'epoca dei fatti ho percepito come piuttosto traumatica, ho deciso di sperimentarmi in nuove mansioni ( vendita, amministrazione etc...), e aprirmi a nuove prospettive di senso. Ho pensato che le mie esperienze da  precaria tappabuchi non potevano rimanere vane, cosi' ho deciso di scrivere un libro: “Il Manuale del Giovane Precario. Esperienze personali e consigli utili”. Un libro autobiografico si, ma nel quale ho potuto approfondire riferimenti teorici che guidano l'agire professionale.

Avendo tratto personalmente giovamento dalla formazione e dalle tecniche di coaching e di PNL in generale, ho cominciato a dedicarmi al mondo dello sviluppo e dell’educazione prima da autodidatta e poi iscrivendomi ad un corso di laurea magistrale in “Scienze dell'educazione permanente e della formazione continua”, presso la facolta' di Scienze della Formazione di Bologna.

I miei obiettivi? Contribuire al nostro sviluppo con un’attenzione particolare al contesto in cui siamo collocati, in virtu’ del fatto che siamo esseri bio-psico-sociali. Instillare la curiosita’ per la conoscenza dell’Uomo e della sua educazione, con un’attenzione particolare al concetto di sviluppo contestualizzato in questo mondo liquido.

In questo periodo di studi e “disoccupazione creativa” amo dedicarmi alle mie grandi passioni: il teatro creativo e  di improvvisazione, la fotografia e i viaggi.

Consapevole dell’importanza che esercitano le nostre “metafore di vita” sul nostro agire quotidiano, aderisco al detto: “Abbi fede nel collegare gli eventi che si susseguono nella tua vita, perche' prima o poi, anche quelli oggi piu' inspiegabili, domani troveranno un senso!”.

Per contattarmi scrivi a: [email protected]

Buona lettura!

Laura