Per molti la trance è quella cosa che ti induce un ipnotista con voce monotona mentre te ne stai seduto su una comoda chaise longue, dopo aver fissato un pendolino. Invece per me la trance è cosa di tutti i giorni, l’unico stato di coscienza che esista. Saltiamo in continuazione da uno stato di coscienza ad un altro. Milton Erickson (pietra miliare della psicoterapia moderna, e soprattutto dell’ipnosi moderna) soleva dire: “l’ipnosi non esiste. Tutto è ipnosi”.

Mentre tra lo stato di veglia e lo stato di sonno c’è una concreta e tangibile differenza, che ci permette con sicurezza di percepire ed accettare queste due fasi distinte, lo stato di trance è di difficile demarcazione. Non c’è una sveglia, o un braccio informicolato, o un rumore che ci svegli. C’è la continuità dello stato di veglia. Proprio per questo motivo a riguardo dell’ipnosi c’è molta confusione. Richard Bandler, seguendo le orme di Milton Erickson, afferma che lo stato di veglia equivale allo stato di trance. D’altronde non siamo in grado di percepire la realtà in modo oggettivo e dobbiamo filtrarla, e quel processo di filtraggio è una trance soggettiva.

Voglio accennare qui di seguito ad alcune caratteristiche dello stato ipnotico e dimostrare che fanno parte della quotidianità.

Se pensiamo ad un calciatore professionista, scopriamo che lo stato di coscienza che ha mentre gioca le partite è uno stato di coscienza alterato: non può avere lo stesso stato d’animo di quando è a spasso con i figli a mangiarsi un gelato. Entra in quella che viene definita trance agonistica. Vi è uno specifico stato mentale che produce risultati straordinari nello sport. E ogni sport si differenzia. Un giocatore di golf deve essere in grado di visualizzare la traiettoria della pallina, tenendo presente la velocità del vento. Un pilota di formula uno deve essere in grado di entrare in quello stato di coscienza che gli permette di rallentare il tempo e di concentrare l’attenzione solamente sulla strada davanti a se, escludendo la visione periferica. Se non facesse così, la strada scorrerebbe talmente veloce da non permettergli di prendere le decisioni corrette per rimanere in pista.

Hypnosis

Distorsione del tempo

Ognuno di noi è in grado di distorcere il tempo. A volte, facendo qualcosa di piacevole, un’ora sembra dieci minuti. Altre volte cinque minuti possono sembrare un’ora. Non è il tempo che cambia, ma è la percezione del tempo. In uno stato di coscienza il tempo viene diminuito, nell’altro viene aumentato. Siamo inconsciamente in balia di stati di coscienza diversi, che producono esperienze completamente diverse.

Allucinazione

Oltre alla distorsione temporale, un’altra caratteristica dello stato di ipnosi, è l’allucinazione. Parliamo di allucinazione positiva quando vediamo qualcosa che in quel momento non esiste. Per gli schizofrenici questo è un bel problema che li esclude dalla società. Gli architetti, gli ingegneri e gli arredatori vengono pagati per questo. Un ingegnere si mette in un campo in campagna ed immagina le strade, il cavalcavia e tutto quello che servirà al suo nuovo progetto. Vede cose che non esistono. Lo stesso fa l’arredatore: entra in una casa e comincia a visualizzare mobili e tendaggi che non ci sono. Tutti abbiamo questa capacità.
L’allucinazione negativa è quando non vediamo qualcosa che è nel nostro campo visivo. Ti è mai capitato di cercare il sale in cucina e non riuscire a trovarlo e poi arriva qualcuno di ti fa vedere che è proprio davanti ai tuoi occhi? O di non trovare le chiavi della macchina che sono proprio sopra il tavolo in cucina?

Anestesia

Il cervello è in grado di elaborare alcune informazioni per volta, per la precisione tra le 9 e le 5 informazioni in sincrono. Per scelta pratica deve quindi tralasciarne la maggior parte. Le sensazioni corporee sono tra queste. Facciamo un esempio: “scommetto che fino a che non leggevi queste parole, non avevi la sensazione del tuo alluce sinistro a contatto con lo scarpe, o con l’aria, o con qualsiasi sia il materiale su cui poggia.”

Conclusioni

Se accettiamo il fatto che il nostro inconscio è molto più potente della nostra parte conscia, allora possiamo dedicarci ad allenare il nostro inconscio a fare quello che ci è più utile. La programmazione neuro linguistica è uno degli strumenti che permette di comprendere l’inconscio e di insegnargli ad ampliare le scelte possibili. Ogni trasformazione porta con se una trance-formazione.

Immagine: Hypnosis di malavoda su Flickr

Marco Cattaruzza, coach, formatore, imprenditore, ho una missione: condividere la mia decennale esperienza formativa con i migliori coach del mondo.

Nel 1999 partecipando ad un corso di formazione sulla pianificazione degli obiettivi, ho scoperto la mia passione: crescere e migliorare. Ho frequentato i miei primi corsi di formazione in Italia, e il momento di svolta è stato conoscere Anthony Robbins in Inghilterra e la partecipazione alla Mastery University e Leadership Academy negli Stati Uniti. Ho conosciuto Richard Bandler in Svizzera, studiando ipnosi sperimentale, e in Florida studiando la programmazione neuro-linguistica. Ho voluto sviluppare l’intuito e grazie ai corsi di Francesco Martelli ho imparato anche il metodo Silva Ultramind, ho praticato meditazione con Deepack Chopra e studiato tecniche avanzate di investimento borsistico con Chuck Mellon a Davos in Svizzera. Ho fatto tesoro degli insegnamenti di John Gray sulle differenze tra l’uomo e la donna. Impegno ogni giorno ad apprendere qualcosa di nuovo, fosse anche per soli 10 minuti. Ho frequentato la scuola per coach in Italia e sto frequentando la scuola per coach del Robbins-Madanes Center for Strategic Intervention.

Mi piace viaggiare per conoscere le culture, le persone e la natura. Un luogo che è rimasto nel cuore: il Messico. Per la sua gente, per gli indios che vivono una vita semplice e riescono ad apprezzare la vita più di quanto riesca di fare a me. Amo gli Stati Uniti per le innumerevoli possibilità che questa terra riesce ad offrire, dall’esuberanza di Las Vegas e New York, all’atmosfera caraibica e libertina di Key West. Tornerei oggi stesso nel deserto delle Olgas, in Australia, per ammirare il silenzio e la maestosità dei suoi colori. E vorrei aver passato più tempo Shangai, per comprendere quella cultura così ricca e così dissimile.

Assieme alla mia compagna Cristina cresco i nostri figli, con la speranza e la volontà di essere un esempio straordinario. Metto tutto me stesso in quel che faccio e voglio il meglio per i miei clienti. Sono soddisfatto quando il mio cliente ritrova la libertà di un bambino, desiderando scoprire e giocare il gioco della vita, vivendo nell’amore.