Il terzo specchio esseno relativo ai rapporti umani è forse il più facile da riconoscere.
Lo percepiamo ogni volta che in presenza di un’altra persona ci accade qualcosa di magico.
Nel guardarla negli occhi sentiamo come una scossa elettrica, forse anche la pelle d’oca.
Ti è mai capitato?
Non necessariamente è la manifestazione del cosiddetto “colpo di fulmine”.
La maggior parte delle volte quella inspiegabile sintonia ti sta manifestando che quella persona possiede una caratteristica a cui tu hai rinunciato nel tempo.
Durante la nostra vita, spesso, rinunciamo a delle grosse parti di noi stessi, per far fronte a determinate esperienze.
Talvolta perdiamo determinate caratteristiche, senza accorgercene, altre volte lo facciamo consapevolmente o più spesso ci sentiamo costretti a farlo da chi esercita potere su di noi.
E così accade che quando ci troviamo in presenza di un individuo che incarna proprio quelle caratteristiche che non abbiamo più e che sentiamo il bisogno di riprenderci, per poter ritrovare la nostra interezza, i nostri corpi esteriorizzano un input fisiologico:
sentiamo una vera e propria attrazione magnetica verso quella persona.
Se vi trovate in presenza di qualcuno e, per qualche motivo inspiegabile, sentite l’esigenza di passare del tempo con quella persona, chiedetevi:
che cosa ha, quale caratteristica mi colpisce di questa persona che io ho perduto, ho ceduto, o mi è stata portata via?
Ti dico di più, se inizi a farlo scoprirai che vedrai delle parti di te stesso in quasi tutti.
Questo è la sostanza del terzo specchio esseno.
A me qualche anno fa è capitato.
Quando incontrai per la prima volta il papà della mia fidanzata.
Quando lo conobbi provai un senso di familiarità e di affetto profondissimo e soprattutto inspiegabile, considerando che lo vedevo per la prima volta e conoscevo la mia fidanzata da pochi mesi.
Provavo un legame profondissimo e tanta ammirazione verso quest’uomo che conoscevo appena.
Non mi sono mai sforzato di capire quel magnetismo iniziale, perché poi conoscendolo l’ho interpretato come naturale affetto.
Eppure quando ho conosciuto la teoria degli specchi esseni, ho subito capito che fin dal primo momento in lui ho visto una parte di me che avevo perduto, o meglio dimenticato: la sua purezza d’animo e la sua capacità di stupirsi delle cose.
Per molto tempo ho vissuto in un continuo stato di rabbia ed ipercriticismo verso il mondo intero.
Eppure ricordo una fase della mia infanzia in cui ogni cosa mi sembrava meravigliosa.
Quella persona, con la sua generosità d’animo ed il suo cuore così puro e semplice, mi stava manifestando quelle stesse parti che anche io avevo, seppur sopite.
Così succede, all’improvviso, anche se non stai cercando di incontrare gente, qualcuno viene verso di te e tu percepisci questa persona che ti passa davanti e dici: “Caspita, che cosa è stato?”.
Forse i nostri occhi si incontrano e per una frazione di secondo avviene un piccolo incantesimo, avviene un riconoscimento reciproco.
Nella società contemporanea questo comportamento non è bene accetto, perciò spesso troviamo il modo di distaccarcene.
Se siamo per strada faremo qualcosa come distogliere lo sguardo o qualunque altra cosa che interrompa quel contatto.
Che cosa succede in quel momento. Cosa succede quando guardate così qualcuno e sentite quel senso di familiarità?
Un mio amico provava sensazioni simili spessissimo.
Di regola gli accadeva con le donne.
“Si innamorava – a suo dire- molte volte”.
Mi raccontava che gli capitava spesso di vedere per la prima volta una donna, di sentire di essersene innamorato e di diventare triste quando lei andava via.
Non è il massimo, neppure per il più spietato playboy 😉
Gli spiegai il terzo specchio esseno e lo mise in pratica con la donna successiva.
Accadde, come al solito, l’infatuazione, però si pose questa domanda:
“Che cos’ha questa persona che mi manca?”.
E, nel trovare la sua risposta, capì che quella donna gli stava “reggendo” lo specchio riflettente una parte di lui (la gentilezza) che lui aveva perso nel corso del tempo.
Nel corso della nostra evoluzione perdiamo, spesso, molte nostre preziose componenti interiori.
Riportarle a casa è essenziale per riconoscere la nostra interezza.
La prossima volta che “senti” una strana sensazione verso una persona che non conosci, inizia una conversazione semplicissima, “attacca bottone”, e poniti questa domanda:
Cosa vedo in questa persona che io ho perso o che mi è stato preso?”.
Il terzo specchio ti fornirà una risposta da non perdere 😉