Per sedurre è necessario imparare ad essere imprevedibili e penalizzanti.
La prevedibilità è il canto del cigno della seduzione.
Dobbiamo abbandonare l’impostazione erronea che ci induce a ritenere che essere prevedibili e romantici e gratificare con atteggiamento accondiscendente possa indurre al successo.
La bella ragazza rifiuterà le nostre attenzioni sdolcinate per abbandonarsi tra le braccia di un uomo che non la rispetta.
Durante una riunione aziendale, l’amministratore delegato accoglierà le proposte dell’unico collaboratore che si dimostrerà in contrasto, e non quelle dei sottoposti più “servili”.
Tali fatti accadono più spesso di quanto si pensi.
Non è facile assumere una nuova veste comportamentale quando, per tutta la vita, ci siamo sempre adeguati alle opinioni e alle tradizioni prevalenti.
Per coinvolgere e sedurre dobbiamo renderci misteriosi, essere imprevedibili ed un po’ penalizzanti,
evitando di soddisfare completamente le esigenze di chi vogliamo coinvolgere.
Per produrre attrazione e coinvolgimento dobbiamo produrre un certo grado di tormento.
Questo concetto è espresso bene da un aforisma di Herman Hesse:
“Ho avuto una volta una donna amata per un mese e da quando in quando dal frequentarla ho ricavato un bacio, uno sguardo e una notte d’amore. E se mi ricordo bene, i dolori di un amore senza speranza, la paura, le esitazioni e le notti insonni erano assai più belli di quelle piccole fortune e successi“. (Herman Hesse)
Gratificare significa soddisfare un bisogno. Penalizzare significa generarlo, attraverso un meccanismo di creazione del desiderio e di vincolo al possesso.
Sappiamo di non essere attratti da persone troppo disponibili, specialmente in campo amoroso.
I nostri occhi si posano sempre su oggetti del desiderio che ci tengono sulle spine, aumentando il desiderio della loro conquista.
Al momento non riusciamo ad accorgerci di questo meccanismo perverso, ma molti di noi potranno confermare che, quando una persona ci piace più di altre, cominciano i problemi.
La spiegazione di questo fenomeno irrazionale risiede in un meccanismo riconosciuto a livello scientifico e relativo alla mente umana: l’adattamento. La nostra mente, raggiunto un obiettivo, ci spinge verso altri lidi ed altre terre di conquista, possibilmente dove esista una sfida al nostro presunto fascino.
Molti matrimoni finiscono in divorzi proprio perché i coniugi non si sopportano più.
La loro relazione è scaduta nell’abitudine.
Non è più amore ma sodalizio.
Si sono adattati.
N o n r a p p r e s e n t a n o p i ù n u l l a d i e m o z i o n a n t e vicendevolmente.
Quando cercavano di conquistarsi per vivere un piacevole rapporto, stavano stimolando il desiderio.
Una volta subentrato il legame stabile, litigi, incomprensioni e malumori hanno reso intollerabile la convivenza: ora stanno insieme per abitudine e non sanno come liberarsi l’uno dell’altra.
Massimo Taramasco