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La nostra cultura dominante tende a disincentivare i sogni delle persone, in quanto portatori di una forte carica evocativa e generativa. Il sogno infatti permette all’Uomo di concepire, ancora prima che si realizzi, l’Idea stessa del sogno, contribuendo quindi alla sua definizione e alla ricerca delle strategie migliori per poterlo realizzare. In questo senso si può parlare del conseguimento di un sogno come di un obiettivo a tempo determinato.

 

Ovviamente tutto questo risulta fortemente ostico alla nostra Società, che preferirebbe avere delle vittime da governare, persone cioè incapaci ( per non abitudine o per paura) di creare materialmente con i loro pensieri e con le loro azioni, la vita che desiderano. Le vittime, o comunque quelle persone che vivono e riproducono una condizione di vittimismo perenne, in un certo senso contribuiscono a fare il gioco di questa Società, perché attendono sempre che ci sia qualcun altro a pianificare la vita per loro (i genitori, il compagno/a, etc…), vita di cui puntualmente si lamenteranno, producendo di fatto la c.d cultura della lamentela, tanto cara alla nostra Società ( sempre per governarci meglio…).

Implicitamente dall’esterno arriva questo tipo di messaggio: “Sogna chi è sciocco o infantile”… Peccato che la Storia l’abbiano sempre scritta grandi sognatori… si pensi ai filosofi del ‘700 che con le loro idee rivoluzionarie sull’Uomo ( penso a Voltaire, Diderot, Rousseau etc…) hanno posto le basi per le future Costituzioni e Dichiarazioni dei diritti dell’Uomo, dalla fine del settecento in poi…

Anche se non siamo dei filosofi e la nostra intenzione non è, almeno per il momento, quella di riscrivere la Storia, possiamo ugualmente esercitare il più naturale e istintivo dei diritti, cioè quello di sognare in grande, di concepire una realtà migliore rispetto a quella in cui ci troviamo a vivere. A prescindere dalla crisi e dalle storture dell’età presente.

Possiamo cominciare da obiettivi molto semplici. E’ importante in questo senso definire ciò che vogliamo, non ciò che non vogliamo. Per fare questo è prioritario stabilire prima il nostro obiettivo e procedere alla sua formulazione, ricordando che un obiettivo andrà:

1- Formulato in positivo: come insegna la PNL, il nostro cervello è letterale, non analizza e non ha il senso dell’umorismo, per questo motivo se formulo positivamente ciò che mi sono prefissato di conseguire, sarà molto più facile che si realizzi. Ad esempio, se mi pongo come obiettivo di Non ingrassare più, il nostro cervello non registra il non, anzi, al nostro inconscio verrà data proprio l’indicazione contraria, cioè di ingrassare. Per questo motivo è importante definire il nostro obiettivo in positivo, e cioè: Voglio perdere peso!

2- Sotto il nostro controllo: come già detto, essendo noi gli unici responsabili e creatori della nostra vita, siamo anche consapevoli del fatto che tutto ciò che legittimiamo con i nostri pensieri e con le nostre azioni, è sempre sotto il nostro controllo. Se a volte ci capita di perderlo, è perché non siamo veramente in ascolto con noi stessi e con ciò che vogliamo realizzare davvero per noi. In questo senso si dice che non abbiamo ancora formulato un obiettivo chiaro e definito, e che siamo ancora in balia delle circostanze esterne. Se il nostro obiettivo è Voglio perdere peso non possiamo arrabbiarci se il nostro frigo pullula di gelati ( considerando che magari viviamo da soli, e siamo gli unici a fare la spesa!).

3- Sensorialmente orientato: la PNL ci insegna che facciamo conoscenza del mondo attraverso i nostri cinque sensi, che contribuiscono a formare la nostra percezione. E’ importante sapere qual è la nostra modalità percettiva dominante con la quale processiamo il mondo ( visiva? uditiva? cinestetica?) e da lì partire chiedendoci cosa vediamo, cosa ascoltiamo, cosa percepiamo quando formuliamo il nostro obiettivo.

Se apparteniamo alla categoria dei Visivi, sarà importante vederci già con un fisico asciutto, ancor prima di aver perso dei chili, perché come ci insegna la psicologia, più pensiamo alla realizzazione di qualcosa, più è facile che si avveri (c.d profezia che si auto-avvera). Se invece mi riconosco negli Uditivi, sarò sensorialmente orientato/a quando  udirò nelle mie orecchie le tenere parole del mio compagno/a, ad esempio. Infine, se appartengo alla categoria dei cinestetici, posso contribuire a rafforzare il mio obiettivo, percependo sin da ora le sensazioni che proverò quando avrò perso peso. Ad esempio: maggior benessere psico-fisico, incremento dell’autostima etc…

In generale, a prescindere dalla nostra modalità percettiva dominante, è importante calibrarci in tutti e tre i livelli per vedere, udire e percepire già l’obiettivo che intendiamo realizzare.

4– Ecologico: il nostro obiettivo dovrà essere ecologico, cioè rispettoso del nostro sistema di valori interno e di quello degli altri. Questo perché in qualità di esseri bio-psico-sociali non siamo mai avulsi dal contesto in cui viviamo, ma sempre soggetti interagenti, alla luce della prospettiva sistemico-relazionale. Se vogliamo perdere peso chiediamoci se questo obiettivo è allineato con i nostri valori: magari a parole vogliamo perdere peso ma nella nostra scala interna di valori non abbiamo “condiviso” questo obiettivo perché per farlo ci occorrerebbe dedicare il poco tempo libero che abbiamo dopo il lavoro per andare in palestra, ma così facendo non avremmo tempo da dedicare a nostro figlio, che non vediamo da tutto il giorno, e consideriamo molto più importante della nostra pancetta da smaltire… è quindi molto importante allineare il vostro obiettivo con la nostra scala interna di valori, rispettando il nostro sistema ecologico.

5- Misurabile: per realizzare il nostro obiettivo è necessario definirlo in termini misurabili, cioè circoscriverlo entro un periodo ben definito, verificandone la sua effettiva fattibilità. Se vogliamo perdere peso dobbiamo stabilire una scadenza, cioè entro quando vogliamo perdere tot kg. Se glissiamo proprio su questo punto, sarà molto difficile realizzare il nostro obiettivo, perché il nostro cervello se non ha davanti indicazioni precise difficilmente contribuirà a farci realizzare ciò che vogliamo!

Il mio consiglio è quello di scrivere il nostro obiettivo su più fogli che attaccheremo per tutta la casa: possiamo attaccare il nostro obiettivo davanti allo specchio dove ci pettiniamo tutte le mattine, oppure sull’anta dell’armadio ( io faccio così!), o nel frigorifero in cucina … se per lavoro ci troviamo spesso ad usare la macchina, può essere utile posizionare un post-it anche sul cruscotto! Io personalmente conservo un sasso (in macchina) su cui è scritto: “Una profonda felicità risiede negli sforzi tenaci”… così quando me lo dimentico, c’è sempre questo sasso pronto a ricordarmelo!

A fianco dei nostri obiettivi dobbiamo sempre indicare la data di scadenza. Se voglio perdere peso possiamo darci un tempo limite da oggi a tre mesi ( per esperienza personale è il tempo minimo per vedere dei risultati concreti!), indicando per esteso la scadenza. Se ad esempio ci iscriviamo in palestra dal 1 luglio, sappiamo che per realizzare il nostro obiettivo in modo sano e duraturo, dobbiamo aspettare almeno fino al 1 ottobre.

6- Contestualizzato: come indicato dalla prospettiva sistemico-relazionale, sarà più facile realizzare il nostro obiettivo quando stabiliremo precisamente quando? dove? Come? E con chi??

Se voglio perdere peso posso pianificare il mio inconscio fornendogli indicazioni precise rispetto a quando frequentare la palestra ( es. per tre volte alla settimana, il lunedì, il mercoledì e il venerdì). Per il dove posso scegliere in quale palestra o in quale centro specializzato per il dimagrimento, verificando il rapporto qualità-prezzo; in base al come posso farmi stilare un programma ad hoc a cui attenermi per dimagrire, così come a quale dieta far riferimento ( in caso meglio non improvvisarsi esperti ma affidarsi ad un professionista, come un dietologo o un nutrizionista); rispetto al con chi, posso decidere di condividere il mio obiettivo con un amica, una collega, o decidere di cominciare da sola, così da ampliare le mie conoscenze in sala pesi : )

7- Declinato in sotto obiettivi: è molto importante stabilire le strategie operative necessarie per realizzare il nostro obiettivo, cioè tutti gli step necessari per poterlo conseguire entro la scadenza che ci siamo prefissati.

Nel caso del voglio perdere peso possiamo fare riferimento al quando, dove, come e con chi e scomporre ciascuna voce in quello che è importante stabilire per conseguire al meglio il nostro obiettivo, a partire da quella voce.
Ad esempio alla voce quando, possiamo porci il sotto-obiettivo di frequentare la palestra per tre volte alla settimana, il lunedì, il mercoledì e il venerdì dalle 18.00 alle 20.00. In quel lasso di tempo possiamo decidere poi come declinare il come, cioè in che modo perseguire il nostro obiettivo alla luce della scheda che ci è stata assegnata dal trainer. Possiamo applicare la stessa cosa per il dove ( verificando il rapporto qualità/prezzo delle palestre o dei centri specializzati in cui abitiamo) e per il con chi, condividere il nostro obiettivo con quelle persone che riteniamo possano aiutarci maggiormente a conseguirlo… se la mia migliore amica ad esempio è una pigrona certo non la coinvolgerò nel mio obiettivo!

Ricapitolando, per vedere realizzati i nostri sogni, cioè i nostri obiettivi a tempo determinato, dobbiamo stabilire il nostro obiettivo e procedere alla sua formulazione, ricordandoci di renderlo:

1- in positivo

2- sotto il nostro controllo

3- sensorialmente orientato

4- Ecologico

5- Misurabile

6- Contestualizzato

7- Declinato in sotto obiettivi
Immagine: occhio di yakanama, su Flickr

Un “Ciao!” a te che mi stai leggendo, e che condividerai insieme a me questa nuova avventura nel team di Ecletticamente!

E' sempre difficile presentarmi, semplificarmi in poche righe, io che da tempo ho fatto mio il passo di Walt Whitman : “contengo moltitudini” : )
Perche' TUTTI noi conteniamo moltitudini, solo che tante volte ce ne dimentichiamo...cosi' presi dalla nostra quotidianita, tante volte ci diamo per scontati'!

Comunque, sono Laura Pagano, ho 27 anni e abito in provincia di Modena. Nel 2008, dopo aver conseguito una laurea triennale in “Servizio Sociale” alla Facolta' di Scienze Politiche di Bologna, ho esercitato per un periodo la professione di assistente sociale. In seguito a questa esperienza, che all'epoca dei fatti ho percepito come piuttosto traumatica, ho deciso di sperimentarmi in nuove mansioni ( vendita, amministrazione etc...), e aprirmi a nuove prospettive di senso. Ho pensato che le mie esperienze da  precaria tappabuchi non potevano rimanere vane, cosi' ho deciso di scrivere un libro: “Il Manuale del Giovane Precario. Esperienze personali e consigli utili”. Un libro autobiografico si, ma nel quale ho potuto approfondire riferimenti teorici che guidano l'agire professionale.

Avendo tratto personalmente giovamento dalla formazione e dalle tecniche di coaching e di PNL in generale, ho cominciato a dedicarmi al mondo dello sviluppo e dell’educazione prima da autodidatta e poi iscrivendomi ad un corso di laurea magistrale in “Scienze dell'educazione permanente e della formazione continua”, presso la facolta' di Scienze della Formazione di Bologna.

I miei obiettivi? Contribuire al nostro sviluppo con un’attenzione particolare al contesto in cui siamo collocati, in virtu’ del fatto che siamo esseri bio-psico-sociali. Instillare la curiosita’ per la conoscenza dell’Uomo e della sua educazione, con un’attenzione particolare al concetto di sviluppo contestualizzato in questo mondo liquido.

In questo periodo di studi e “disoccupazione creativa” amo dedicarmi alle mie grandi passioni: il teatro creativo e  di improvvisazione, la fotografia e i viaggi.

Consapevole dell’importanza che esercitano le nostre “metafore di vita” sul nostro agire quotidiano, aderisco al detto: “Abbi fede nel collegare gli eventi che si susseguono nella tua vita, perche' prima o poi, anche quelli oggi piu' inspiegabili, domani troveranno un senso!”.

Per contattarmi scrivi a: [email protected]

Buona lettura!

Laura