Gli esseni sono una corrente religiosa ebraica nata intorno al II sec. a.C. e ancora presente all’epoca in cui visse Gesù (per intenderci un gruppo come i Farisei, Sadducei e i Zeloti).
Al di là delle incongruenze storiche e delle diverse tesi a favore e contro le loro presunte conoscenze esoteriche, una testimonianza delle loro capacità quantomeno psicologico-introspettiva ce la da la loro cosiddetta “teoria dei sette specchi”.
Qualcuno, giustamente o a torto, sindacherà la sua attribuibilità agli stessi Esseni, ma ciò che conta è vederne la effettiva validità ed operatività nella nostra vita concreta.
Prima di procedere nell’illustrazione di tale teoria, ti chiedo di mantenere un’atteggiamento di apertura dinanzi a idee che potrebbero apparirti incondivisibili se non insensate e di sperimentarle in prima persona.
Solo la tua esperienza diretta le renderà giuste o sbagliate.
Alcuni le riconosceranno valide nella propria vita, altri no.
Ognuno risuona con ciò che è giusto per sé in un dato momento.
Gli antichi Esseni dividevano il ruolo dei rapporti umani in 7 categorie: i cosidetti Specchi.
7 misteri corrispondenti ai diversi tipi di rapporti umani che ciascun individuo sperimenta, consapevolmente o inconsapevolmente nel corso della sua vita di relazione.
La definizione di “specchi” nasce da un principio fondamentale secondo il quale le azioni, le scelte, le esperienze e il linguaggio di coloro che ci circondano riflettono in ogni momento della nostra vita la nostra realtà interiore.
Ciò che è fuori di te è il corrispondente visibile di ciò che c’è dentro di te.
Conseguenza di tale assunto è che riconoscendo la nostra realtà interiore e trasformandola, riusciamo a trasformare la nostra realtà esteriore.
Passiamo, ora, all’analisi dei singoli specchi.
Per non appesantire oltremodo un discorso che potrebbe apparire faticoso da accettare con semplicità, in questo post parlerò del primo dei sette specchi.
Il 1° Specchio dei rapporti umani è rappresentato dalla nostra presenza nel momento presente.
La persona o le persone che ci circondano in una determinata circostanza ci indicano (ci fanno da specchio) su come stiamo vivendo interiormente in quel dato momento.
Lo stato d’animo e/o il comportamento di chi ti sta accanto riflette ciò che inconsapevolmente stai vivendo dentro di te e che invii all’esterno anche senza saperlo.
Quando ci troviamo circondati da individui e modelli di rapporto di comportamento in cui domina l’aspetto della rabbia o della paura, ad esempio, lo specchio ti mostra che dentro di te c’è rabbia o paura.
Fortunatamente vale anche con gli stati d’animo positivi.
Una persona che al tuo fianco manifesta gioia, estasi e felicità è l’immagine di quello che tu stai vivendo dentro di te nel presente.
Chi ci è vicino ci rimanda ciò che è dentro di noi.
L’utilità dello specchio in generale risiede nella possibilità che ci sta offrendo la persona con cui interagiamo in un determinato momento di riconoscere i nostri pensieri, i nostri stati d’animo e quant’altro viviamo ed avere la possibilità di ripulirci interiormente da tutto ciò che ci porta in una condizione di basse vibrazioni (diciamo, negative).
Solo se riconosciamo ciò che sentiamo abbiamo eventualmente la possibilità di cambiarlo.
La consapevolezza di tale specchio sottolinea automaticamente l’inutilità quanto l’infondatezza del giudizio verso chi ci sta accanto.
Anzi, chi ci circonda sta “sopportando” il peso di indicarci ciò che è dentro di noi.
Continua..