Sedurre ovvero l’arte di piacere, piacersi, cercando nello sguardo altrui uno specchio di perenne, dedicata attenzione. Chi seduce evoca non solo la passione di un irrefrenabile, eccitante desiderio di divorare l’attenzione dell’altro: tutto ciò potrebbe apparire, a prima vista, solo come volgare gioco di quantistica estetica o di fisica attrattiva carnale. Il fascino del processo seduttivo può anche agire attraverso l’attrattiva erotica o sessuale, ma per sua natura anela a trascenderla, sempre e comunque.
La scommessa finale del seduttore resta, invece, indurre e frustrare la soddisfazione certa del Desiderio nell’attesa infinita, farlo brillare per un istante e poi lasciarlo asfitticamente deluso. Ma, il Desiderio si nutre anche della linfa della Trasparenza, attenzione perenne alla ricerca del piacere, che consente di vedere la realta’ non con un occhio opaco e dozzinale (che estinguerebbe subito ogni immaginazione) ma appunto con la visione appagante di un sogno che non rivela mai definitivamente tutti i contenuti.
Attraverso l’attivazione del desiderio la Trasparenza del piacere lascia intravedere, solo per immaginazione, ciò che appare nascosto, occultato sotto candide vesti, riuscendo a inchiodare l’attesa estatica del sedotto senza mai volerla soddisfare. Il desiderio, dunque, non vuole rivelarsi e svuotarsi definitivamente, non pone confini, porte, finestre, non tollera la routine, le ripetizioni, le linee guida, non è schiavo di un rendez-vous annunciato.
Lo si ritrova, caldo e silente, nelle gole di un timido inciampo, nella vergogna di un’ intensa voluttà, nell’inventiva irrefrenabile, nell’intuizione geniale, nel velato imbarazzo, in un gesto affidato ad una mano che sfiora. Il desiderio libera le pulsioni di un corpo, non lo può possedere, ne diventerebbe cieco; segue l’intuito di immagini stimolanti che trasportano la mente sul vascello delle emozioni; nasce soave dopo un accattivante contatto visivo, imprigionandolo in un ricordo languido e struggente; spinge l’ immaginazione oltre un risicato pertugio, all’ombra di un corridoio, di un uscio di casa o di un turgido profilo femminile, fingendo di mirare il vuoto l’ attimo seguente.
La trasparenza del piacere, dunque, rende etereo un Corpo vile perchè ridoni vigore all’ immortale macchina dell’ immaginazione. L’atto della seduzione, perciò, non mira a celebrare l’apoteosi di un corpo ignudo, di un invito a carte scoperte, di una provocazione lasciva, di un amplesso bestiale. Con il gioco perverso di dare e sottrarre, di apparire e sparire, sottraendo il suo sguardo il seduttore alita, in chi seduce, i fantasmi infernali accendendo inconfessabili fantasie e guidandole alla meta dell’estasi. La soddisfazione immediata del nascente desiderio, unitamente alla celebrazione del piacere fisico, lo renderebbero mortale, opaco, arreso all’effimero piacere. Quando non raggiungibile, il desiderio diviene multiforme e partorisce dentro ognuno immagini archetipiche che possono spargere humus per inattesi progetti futuri.
Abbiamo bisogno di desiderio, abbiamo bisogno di sedurre e lasciarci sedurre, per pescare nuovi sogni e nuovi stimoli al cambiamento.
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