Ci sono alcune situazioni in cui saper utilizzare le parole giuste al momento giusto può determinare l’esito di una conversazione, di una trattativa economica, di un amicizia e chissà quante altre situazioni.
Le parole producono guerre, incomprensioni, inimicizia, ostilità, ma determinano anche amore, assonanza, rassomiglianza, fiducia, rispetto. Se diventi consapevole dei modi in cui le parole creano attrito o concordanza, la tua comunicazione prenderà un piglio diverso.
Prendiamo ad esempio la parola ma.
La parola ma è una di quelle parole che generano discordanza, perché pone due frasi su due livelli differenti e contrastanti. Ad esempio una persona potrebbe dire “il denaro è importante”. Un’altra persona potrebbe rispondere “si ma più importante è la salute”. In questo caso la parola ma ha il compito di mettere in contrasto ciò che è stato enunciato dalla prima persona con la seconda frase, la tua idea contro la mia. Questa interazione porta la prima persona a pensare, a livello inconscio, di trovarsi di fronte a una resistenza alla propria idea.
E quindi ci sarà discordanza, ci sarà allontanamento emotivo e sarà difficile porre delle basi di fiducia e di rapport.
Le cose sarebbero andate diversamente se la seconda persona avesse risposto con “comprendo che il denaro è importante, e penso che la salute sia altrettanto importante, se non più importante, cosa ne pensi?”
Invece di utilizzare la parola ma che genera contrasto, è più utile in questo caso utilizzare la congiunzione e, che genera somiglianza invece che contrapposizione. Si tratta di ripetere quello che l’altro ha detto (in questo modo inviando un metamessaggio “ti ho capito”), aggiungere la congiunzione e, ed esporre la propria idea. Gli effetti sulla comunicazione e sull’emotività sono migliori. Quello che vuoi ottenere è di rimanere in sintonia con la persona che ha detto la prima frase. Questo ti permetterà di non avere resistenze da parte dell’altra persona e di esporre ugualmente la tua idea, permettendo alla comunicazione di fluire il modo più scorrevole e con maggior rapport.
Non intendo demonizzare il ma, intendo sottolineare che ogni parola ha un effetto. Se vuoi creare contrasto, usa il “MA”; se vuoi creare assonanza usa “E”.
La parola comunicazione deriva dalla parola comunione, nel senso più religioso del termine. E’ l’atto di condividere il mio mondo con il tuo. La comunicazione è come una danza. Se ognuno danza al proprio ritmo non c’è unione, non vi è arte. Ma quando i ritmi della comunicazione, le parole utilizzate, le metafore utilizzate, il tono, la modalità (cinestesico, auditivo, visivo) si ricalcano, la comunicazione, come la danza, diventa espressione di un unione.
In pnl viene chiamato rispecchiamento (mirroring in inglese) quel comportamento inconscio che le persone mettono in atto quando comunicano. Si tratta in sostanza di rispecchiare l’altra persona. Ad esempio se osservi due innamorati al tavolo di un ristorante, noterai che sono seduti nella stessa posizione, con la stessa gamba accavallata, che alzano il bicchiere alla bocca nello stesso istante, che i loro respiri sono sincronici. E potrai notare tantissimi altri particolari. Un termine migliore di rispecchiamento, secondo me, è andare al passo (pacing in inglese). La traduzione non è delle migliori, ma il concetto è semplice: si tratta di mettersi al passo dell’altra persona.
Nei prossimi giorni, se desideri diventare consapevole del potere di due semplici parole, come ma ed e, e vuoi padroneggiare i risultati della tua comunicazione, diventa consapevole dell’uso che fai del ma e dell’ e. Abituati laddove prima usavi un ma a cambiare la frase con un e. Se sei abbastanza arguto scoprirai che ci sono altre parole come però, tuttavia, che hanno forti effetti sulla comunicazione, e sono certo che le saprai riconoscere, anche se alcune potrebbero sfuggirti, sebbene sei un tipo sveglio, nondimeno possono risultar difficili, perfino se ne avessi suggerite ora.