La voce interiore è la voce del cuore, l’aspetto dell’essere che coglie la verità non separata dal tutto e ce la comunica con un sussurro. Sgorga dai recessi più intimi dell’anima, è molto fragile e delicata e necessita di una modalità di ascolto altrettanto delicata e fine per essere colta.
L’elemento che ne distorce il contatto è il “superego”: la struttura della personalità che si sostituisce e si sovrappone alla voce interiore. È l’internalizzazione cristallizzata di autorità esterne che abbiamo introiettato da piccoli, e fatto inconsciamente nostre: le prime e fondamentali figure sono mamma e papà. Attraverso il superego, la loro influenza su di noi continua anche da adulti, fino a quando ne diventiamo consapevoli e impariamo a discernere la sua voce dalla nostra.
È fondamentale saper riconoscere le modalità con cui questa funzione della personalità opera, ci condiziona e perpetua se stessa. Essa nutre e alimenta il conflitto interiore, le autolimitazioni, il dubbio sul nostro valore, la castrazione, i rapporti conflittuali con le persone, siano essi amici, partner, colleghi di lavoro, conoscenti.
Quando trasferiamo il nostro potere ad una figura esterna a cui attribuiamo autorità, non è altro che lo stesso meccanismo che indossa abiti diversi, ma riconducibili ai nostri genitori.
Al contrario della voce interiore che è gentile, integrante e unificatrice, la voce del superego è dittatoriale, impositiva, crea sensi di colpa ed è disgregante.
È dunque essenziale fare chiarezza sulle tematiche irrisolte della nostra infanzia, che sono la radice che sostiene questa struttura psichica.
Si sottolinea che i genitori, in quanto persone fisiche, non sono coinvolti con questo tipo di lavoro. Esso è diretto all’acquisizione della maturità emotiva dell’individuo, alla presa di coscienza che viviamo al minimo delle nostre possibilità, e che la radice di queste restrizioni autoimposte sono da ricercarsi nella risoluzione dei conflitti del bambino interiore.
Egli è sempre presente in noi ed è nella sua natura essere innocente, spontaneo, giocoso, pieno di buon umore e libero di amare. Queste qualità sono basilari per vivere da adulti una vita appagante emotivamente, senza essere spinti solo dal senso del dovere e dalla preoccupazione per la sopravvivenza. Adesso che siamo cresciuti fisicamente, abbiamo il dovere di prenderci la responsabilità della nostra vita al meglio delle possibilità che essa offre, riconoscendone e cogliendone le opportunità.
Quando il meccanismo conflittuale di base è esposto alla coscienza, si ha una guarigione a tutti i livelli, sia relazionale che personale. Sarà più facile ed evidente riconoscere il percorso da seguire, in armonia con chi siamo, guidati dalla nostra voce interiore e liberi dall’opinione altrui e dai modelli e aspettative assorbiti nell’infanzia.
Liberarci dalla costrizione del superego creerà spazio, che è la nostra naturale condizione interna e con il quale ci ritroveremmo finalmente a contatto: la voce interiore si manifesta in questo spazio, così come l’intuizione, l’amore, la comprensione, il perdono. Il cuore è libero di sentire e diventa il centro della nostra esistenza; coltivare e nutrire lo spazio del cuore è la priorità dell’individuo adulto, attraverso il contatto, la Meditazione, l’amore per se stessi. Le funzioni del nostro essere si armonizzano e di conseguenza penseremo con la testa, sentiremo con il cuore, agiremo con la pancia.
Immagine: Internal voice stencil di angrywhitekid, su Flickr