L'EURO E LA BORSA PRECIPITANO, LO SPREAD VOLA  (527!!!) -SPAGNA 627 !!
Durante gli ultimi mesi ‘lo spread’ è stato il protagonista di media, commentatori e semplici risparmiatori.

L’attenzione degli investitori si è rivolta verso l’evoluzione della crisi del debito governativo europeo e quotidianamente incontro clienti e persone che si (mi) chiedono se sopravviverà l’euro oppure si andrà verso un crollo dell’unione monetaria europea e della moneta unica.

E’ difficile dare una risposta a questa domanda, non fosse altro perchè è pressochè impossibile fare questo genere di previsioni su un orizzonte temporale abbastanza lungo e con un livello accettabile di affidabilità. Chi appartiene alla mia generazione (40/50enni) ricorderà i famosi miniassegni e i gettoni telefonici usati come moneta: sicuramente allora la lira godeva di una condizione di salute peggiore di quella attuale dell’euro ma nessuno avrebbe mai azzardato che dopo trent’anni l’avremmo mandata in pensione.

Un recente studio di Bank of America  e Merrill Lynch stima che la fine dell’attuale sistema valutario comporterebbe una svalutazione della ‘lira’ intorno al 10% e una rivalutazione del ‘marco’ intorno al 16%: una svalutazione relativa del 27% comporterebbe enormi benefici per l’economia italiana (che si rilancerebbe) e metterebbe in crisi l’economia tedesca.

Ritengo più probabile, nel breve periodo, l’affermarsi di una ulteriore valuta di riferimento piuttosto che la scomparsa di una già esistente: la Cina sta concludendo trattati internazionali che prevedono l’utilizzo del Renminbi come valuta di regolamento per gli scambi commerciali bilaterali con paesi che non dispongono di ‘valuta forte’.

Ma torniamo alle preoccupazioni relative al debito governativo europeo che ci assillano in queste settimane e riepiloghiamo brevemente le dinamiche che hanno portato all’attuale situazione.

All’origine della crisi finanziaria del 2008, poi degenerata nella recessione economica che si protrae tutt’ora dopo l’interruzione del 2010, c’è sostanzialmente una crisi del debito privato (immobiliare e credito al consumo) che ha severamente minato la tenuta dei ratio patrimoniali del sistema bancario internazionale.

Per evitare il tracollo dei propri istituti di credito i vari governi sono stati obbligati a iniettare ingenti somme di liquidità (e in molti casi  banche tedesche, inglesi e olandesi sono state letteralmente nazionalizzate) ricorrendo all’emissione di nuovo debito pubblico. Se i governi extra Unione Europea (USA e UK) hanno potuto in qualche modo fronteggiare la situazione ricorrendo alla ‘stampa’ di nuova moneta per i paesi dell’area euro non c’è stata altra soluzione se non trasferire ulteriormente il debito, questa volta sulle spalle di organismi sovranazionali (BCE in prima istanza).

E’ innegabile che la situazione è tuttaltro che risolta: la Spagna, con il 25% di disoccupati sta vivendo un periodo difficile caratterizzato da gravi tensioni economiche e sociali; è molto probabile che il governo Rajoy ricorra all’aiuto comunitario tramite il fondo di stabilizzazione ESM. A questo punto, grazie all’implicita garanzia fornita dall’Unione Europea ai Bonos spagnoli, non è escluso che gli investitori decidano di vendere BTP (ancora privi di garanzia europea) per comprare Bonos forzando in qualche modo la mano al governo italiano che si vedrebbe obbligato a sua volta a richiedere l’aiuto dell’ESM: il rischio di assistere a un ritorno della volatilità sui mercati finanziari è concreto.

Come consulente finanziario non posso fare altro che spostare il punto di vista del cliente/investitore invitandolo a concentrarsi non tanto su quali provvedimenti saranno adottati dai governanti mondiali per superare questa fase e con quale efficacia, quanto su quali conseguenze possono avere queste scelte sul proprio portafoglio e patrimonio.

Il suggerimento, in questo caso, è cominciare (laddove non già provveduto) a rivolgersi anche a emittenti diversi dai tradizionali governativi europei: il tema delle emissioni obbligazionarie dei paesi emergenti è sempre più all’ordine del giorno grazie soprattutto al miglioramento dei fondamentali di finanza pubblica di molti di questi paesi che beneficiano di un nuovo status di ‘debitori affidabili’.

Inoltre il trend demografico ed economico in atto fa sì che in molti casi stiano nascendo delle vere e proprie classi relativamente numerose e relativamente agiate che presentano esigenze di risparmio e investimento delle proprie risorse finanziarie.

Nasce così una domanda interna, di strumenti finanziari denominati in valuta locale, che consente ai rispettivi governi di rivolgersi al mercato domestico piuttosto che al tradizionale mercato internazionale dei capitali riducendo così, oltre alla propria dipendenza dai flussi di capitali esteri, anche la volatilità dei prezzi delle proprie emissioni obbligazionarie: cosa che consente a noi risparmiatori la possibilità di operare una efficace diversificazione sia in termini di emittente sia in termini valutari.
Immagine: “L’EURO E LA BORSA PRECIPITANO, LO SPREAD VOLA (527!!!) -SPAGNA 627 !! di mario dsn (on/off), su Flickr”

Consulente finanziario presso un primario gruppo nazionale e velista. Mio nonno, invece, faceva il falegname. Dalla sua bottega uscivano piccoli mobili e utensili per l’uso quotidiano destinati ad una clientela estremamente esigente: piccoli artigiani e agricoltori che da quegli oggetti traevano di che sostentarsi e realizzare i propri progetti. Con la stessa cura con cui ora io mi propongo di affiancare i miei clienti nelle scelte di investimento e gestione dei propri risparmi. Anche, e soprattutto, quando i tempi non consentono una facile navigazione.