A Rita piaceva davvero molto disegnare. Ogni pretesto era un’opportunità per elaborare in immagini e mostrare la realtà sotto una luce diversa, più bella e carismatica, se vogliamo, attraverso lo strumento della matita.
Anche quella sera Rita aveva riversato il suo talento sulla tovaglia di carta che ricopriva il tavolo, nella Locanda dei Girasoli, in cui stavano cenando lei, Lidia, Luca e Riccardo.
“Se mettiamo una foto in una cornice diversa in qualche modo il suo aspetto si modifica … conosci il significato di Reframing come una delle strategie utilizzate nel coaching?” dice Riccardo a Rita mentre osserva ammirato il suo disegno che ritraeva un tavolo a forma di girasole i cui petali avevano la forma dei commensali.
Reframing significa semplicemente dare l’opportunità ai Coachee di trovare il modo per cambiare il significato di un’esperienza giungendo così a conclusioni diverse e quindi a vivere e constatare nuove emozioni circa l’evento o l’esperienza stessa. Reframing non è far finta che tutto è fantastico e va bene, significa invece fornire tante opzioni per i Coachee di vedere i problemi da diversi punti di vista e trovare per essi le soluzioni più congeniali. Secondo Lisa Wake “il processo di reframing è in grado di cambiare il contesto in cui il comportamento viene adottato dando un significato alternativo ponendolo in un altro contesto, oppure cerca di trovare l’intenzione positiva nel comportamento nello stesso contesto”
Il reframing può essere quindi applicato sia cambiando il contesto (context reframe) sia cambiandone il contenuto o il significato (meaning o content reframe). Il context reframe pone la domanda “in quale altro contesto questo comportamento può essere utile?”, mentre il meaning o content reframe pone la domanda “che altro significato potrebbe avere questo comportamento?”
Un modo utile per aiutare i Coachee a fare reframing è quello di invitarli a visualizzare le loro esperienze nelle vesti di un’altra persona, spesso descritte come esperienze in seconda posizione o addirittura terza posizione. Possiamo utilizzare il Reframing cognitivo per controllare e cambiare i pensieri inutili che sorgono quando diamo un significato, spesso con accezione negativa, agli eventi che la vita ci propone continuamente. Le tecniche di reframing consistono nel proporre di cambiare il nostro modo di vedere le cose e trovare altri modi di interpretare e affrontare situazioni e circostanze.
“Molto interessante” dice Lidia a voce bassa.
“ Riccardo mi faresti per favore un esempio di come un coach possa applicare il metodo del reframing?” interviene Luca subito dopo Lidia.
“Come Coach, ad esempio, si potrebbe incoraggiare il Coachee a guardare le cose da una diversa prospettiva ponendo domande del tipo: Se tu fossi l’altra persona che cosa noteresti del tuo comportamento, dal tuo approccio, dal tuo modo? Se tu fossi un osservatore che guarda l’evento o il dibattito in questione, cosa noteresti?” risponde subito Riccardo con tono professionale.
Un nuovo suono di campanello stava per segnare l’ingresso dell’ultima pietanza di quella cena: un dolce fatto a mano dai ragazzi con la sindrome di Down che gestivano la Locanda.
Un nuovo disegno di Rita sulla tovaglia di carta si stava materializzando per incorniciare magicamente quel momento.