Sono sempre stato molto affascinato dai sogni, dal sonno e dal riposo mentale in genere.
Il motivo?
Non sono mai stato un grande fan delle lenzuola… (ok non fraintendere)
Comunque dicevo, che non ho mai amato dormire molto e per la verità io sento di essere una persona guidata dal bisogno di fare. Così quando ho un obiettivo – e a meno che esso non sia qualcosa di estremamente noioso e poco gratificante – mi butto giù dal letto già carico di energia.
Generalmente vado a letto tutte le notti alle 3 e mi sveglio la mattina alle 9.
Per la verità non sono convinto che dormire così poco mi faccia bene, e mi pongo spesso domande come:
- Ma quando sarò sui settanta riuscirò a dormire? (in genere con il passare dell’età si dorme meno)
- Ma cosa succede a non dormire, si impazzisce?
Ecc ecc..
Esperimenti di privazione del sonno sul cervello
Un giorno, mi capita in mano (quasi per caso) un libro di psicologia clinica. Vi era un intero capitolo dedicato al cervello, al sonno rem e a esperimenti condotti su soggetti privati di sonno.
Insomma un libro che mi interessava tantissimo e visto che non avevo sonno.., decisi di iniziare a leggerlo.
Venivano trattati gli studi di Patrick e Gilbert ma ben più interessante fu, l’esperimento condotto su un giovane di nome Rany Gardner, che nel 1964 decise di tentare di superare il record di veglia al Guiness dei Primati di 260 ore.
Nelle 264 ore in cui Gardner rimase sveglio, si evidenziarono diversi effetti collaterali tutti attinenti attività neuropsichiche.
- I primi effetti furono relativi alla funzionalità visiva del soggetto, che aveva difficoltà nella messa a fuoco delle immagini con senso di pesantezza e stanchezza degli occhi.
- Successivamente Gardner dimostrò problemi di umore, irritabilità, difficoltà cognitive legate al linguaggio e al movimento, lacune di memoria, difficoltà di concentrazione.
- Infine Gardner iniziò ad avere allucinazioni.
Durante l’esperimento Gardner dimostrò tuttavia di essere capace di mantenere la concentrazione. Lo evidenziò il risultato di vittoria a suo favore in una partita a scacchi giocata con lo psicologo di guardia.
Secondo gli studi condotti, in carenza di sonno, il cervello riuscirebbe a svolgere attività ad alto valore e che richiedono molta attenzione mentre rimarrebbe più esposto per attività di routine e noiose.
Un recente studio condotto da un gruppo di scienziati di Singapore, ha evidenziato che persistono problemi attinenti ad attività neuropsichiche come caduta dell’attenzione e risposte lente su soggetti che in passato sono stati privati dal sonno, come ad esempio gli autotrasportatori.
Micro sonni nel deserto
Ho sentito parlare di Max Calderan, circa un anno e mezzo fa!
Max Calderan porta i manager più importanti del mondo a correre nel deserto.
Percorre tappe di 160km in un giorno solo, a temperature attorno ai 58 gradi centigradi. Il tutto con circa mezzo litro d’acqua.
Durante le sue attraversate nel deserto, pratica micro-sonni di 5-7 minuti. Questo gli permette di continuare a correre anche alla notte e sfruttare la termoregolazione del suo corpo.
Trovo la sua storia estremamente affascinante e ti invito a continuare la lettura sul sito del sole 24 ore.
Il sonno polifasico
Recentemente sono capitato su mindcheat, il blog di Stefano Mini dove ho trovato articoli interessantissimi riguardanti il sonno, che vanno dai metodi per prendere sonno velocemente, al sonno polifasico.
Il sonno polifasico, è un metodo che permette di organizzare al meglio il tempo che dedichiamo al sonno, limitando non solo i tempi morti passati in attesa di addormentarci ma anche cercando di far coincidere il riposo nei tempi di sonno rem dove quindi il cervello riposa maggiormente.
Ci sono diversi metodi. Everyman prevede di dormire un blocco di 3 ore e suddividere il resto della giornata in blocchi da 5 ore separati da riposini da 20 minuti ciascuno. Ogni persona può cercare il proprio equilibrio all’interno di questo metodo, personalizzandolo. Tuttavia è opportuno, mantenere i blocchi equidistanti.
Il metodo Everyman, pur non essendo il più efficace, permette di ridurre l’impatto di sonno durante la fase giornaliera. È quindi uno dei metodi che si presta meglio a essere usato in una società dove si utilizza il giorno senza sosta.
Per saperne di più fai un salto su mindcheat, il blog di Stefano Mini!
Per aver maggiori informazioni sui problemi della nanna per i bambini, e sull’importanza di una corretta abitudine al sonno nei bambini visita i link.
sleeping di enviied, su Flickr