Punizioni vecchio stile...
Nello scorso articolo abbiamo parlato di regole ed educazione. Se ve lo siete perso, qui il link. Questa volta vorrei parlare di premi e punizioni e come regolarsi con i figli.

Assodato che in casa vostra ci siano poche regole, espresse in positivo e ben accettate (e capite) da tutti, succederà a volte che qualcuno dei figli non le rispetti. Che fare? Escluse le “botte” che non sono il massimo dell’educazione per i figli, la cosa più giusta è trovare una punizione per il trasgressore, che gli faccia capire cosa ha sbagliato e che la cosa non si deve ripetere in futuro. Dato però che non esiste un “manuale delle pene” da applicare ai figli, i genitori si regolano nella maniera  più varia.

Uno degli errori più grandi che capita di fare è applicare una punizione troppo lunga. “Niente tv (o videogiochi, o cinema, etc) per un mese, così impari!” serve a ben poco. Innanzitutto perché nel giro di una settimana la maggior parte dei  genitori si dimentica (e i figli ci contano) e la punizione svanisce. Oppure perché, sempre nel giro di una settimana, al bambino capiterà di trasgredire ad un’altra regola, ed in questo caso che farete? Allungate il periodo? Aggiungete una punizione altrettanto lunga e ricominciate da capo? Se il bambino si abitua a stare in punizione, alla fine non ci farà più caso. Metterà una croce sopra la tv (o il videogioco) e farà qualcosa d’altro continuando a trasgredire le regole togliendo a voi strumenti educativi.

Le caratteristiche di una punizione efficace sono poche:

  • Immediata
  • Breve
  • Condivisa
  • Inflessibile

Immediata perché è dannoso aspettare. Ho sentito mamme dire ai loro figli “questa sera quando viene tuo padre vedrai che punizione ti capita!”. A parte il fatto che in questo modo il figlio non sarà propriamente “felice” del ritorno del padre, è anche possibile che in quel momento si sia dimenticato quello che ha fatto, perché lo ha fatto e perché era sbagliato. Senza contare che le trasgressioni potrebbero essere più di una e in questo caso la confusione non aiuta.

Breve per quanto dicevamo prima. Inutile passare da una punizione ad un’altra senza soluzione di continuità, magari con le punizioni che si accavallano tra loro.

Condivisa perché se uno dei due genitori non è d’accordo, il figlio se ne accorgerà (statene certi, i figli hanno le antenne sensibili in questi casi) e cercherà di raccomandarsi a lui per farsela togliere o ridurre. Senza contare che in questo modo uno dei due genitori fa la figura del “poliziotto buono” e l’altro del “poliziotto cattivo”: è una cosa che funziona nei film polizieschi ma in casa decisamente no!

Inflessibile perché se una volta promessa non viene applicata, o viene applicata in maniera ridotta, costituirà un “precedente” per il bambino che gli farà ritenere di essere stato punito troppo severamente e poi “graziato” oppure che la violazione non aveva troppa importanza e la prossima volta potrà addirittura farla franca! Senza contare la perdita di autorevolezza del genitore che prima punisce e poi si “pente”.

Inoltre, cosa a cui non tutti pensano, le punizioni devono essere poco frequenti. Il cervello umano ha una straordinaria capacità di adattamento e quello dei bambini ne ha ancora di più. Se li mettete in punizione tutti i giorni alla fine non ci faranno più nemmeno caso e sarà difficile rimediare…

Discorso analogo alle punizioni quello per i premi.

Se non dovete punire i vostri figli troppo spesso, nemmeno dovreste premiarli continuamente. Anche i premi devono essere immediati, concessi e applicati prima che il bambino possa combinare qualcosa che tolga loro il merito, brevi, per non trovarvi nell’imbarazzo di un premio e una punizione contemporanea e condivisi. Invece di “inflessibile” un premio andrebbe definito più precisamente “inalienabile“, nel senso che una volta concesso non va revocato e nemmeno “dimenticato” come capita a quei premi non del tutto immediati: “domenica andiamo al cinema”, se lo promettete lo dovete fare e se per qualche grave motivo non potete tenere fede alla parola data allora negoziate un equo sostituto!

Come per le punizioni i premi non dovrebbero essere immotivati e di solito servono a “rinforzare” un comportamento positivo desiderato: se vostro figlio, per esempio, non riesce a fare a meno di dare fastidio al fratellino o alla sorellina, il giorno che riesce a trattenersi lodatelo e se se lo è proprio meritato, concedetegli un piccolo premio. Si sentirà gratificato e la prossima volta sarà più facile continuare sulla buona strada. Invece il premio (o la punizione) immotivati lo confondono e contribuiscono a portare disordine nella sua vita e di riflesso anche nella vostra.
Immagine: Punizioni vecchio stile… di aldoaldoz, su Flickr

Laureato in risultati (ma anche in Matematica con indirizzo Informatico alla Sapienza di Roma), attualmente coltivo la mia passione per l'informatica facendo l'IT Manager presso un broadcaster televisivo nazionale e parallelamente mi diverto a scrivere.

Fin dagli anni 90 mi sono interessato di PNL leggendo quasi tutti i libri pubblicati nel settore. Nel 2003 ho finalmente completato il percorso formativo di NLP Master Pratictioneer studiando con Alessio Roberti e Claudio Belotti e da allora ho continuato a studiare e ad imparare come applicare queste tecniche nella vita di tutti i giorni.
Dopo numerose esperienze negli anni come formatore, anche nel campo della scuola pubblica e in corsi presso la Regione Lazio, mi sono reso conto che mi piaceva "insegnare" alle persone, non soltanto la materia ma anche come "farsela piacere" e che di solito questo mi riusciva bene! Da qui il nuovo interesse per la scienza dell'educazione, applicata alle tecniche di PNL.
Nel 2011 ho pubblicato con Bruno Editore l'ebook "Diventare papà" in cui ho raccolto consigli, trucchi e suggerimenti per i poveri papà in erba, ignorati dalla manualistica tradizionale, di solito orientata a produrre libri dedicati esclusivamente alle mamme.
Il mio motto è una frase di Yoda (Star Wars): "C'è FARE e NON FARE, non c'è PROVARE!"