Lidia era quel tipo di persona che aveva bisogno di avere tutto sotto controllo. Non era stato facile per lei addormentarsi quella notte. Concentrarsi sul suo respiro non le era bastato per scivolare in quello stato silenzioso e privo di pensieri tipico del sonno. La piacevole serata appena trascorsa al concerto di beneficenza, la musica soave dei “7hills Gospel Choir”, lo stupore nel vedere quel disegno di Rita che ritraeva un momento di coppia con Luca, la facevano sentire viva, gioiosa ed eccitata. Mentre stava ad occhi aperti nel suo letto, vedeva fluttuare nell’aria, tutti quei piccoli dettagli che stavano cambiando la sua vita e, nel ringraziarli silenziosamente, si sentiva immensamente arricchita. Nelle sue “letture rubate” aveva appreso su come pensare ai propri successi in termini di gratitudine e di quanto questo possa servire a restare in sintonia con tutte le persone alle quali doveva il successo. Coltivare sentimenti di gratitudine per gesti di gentilezza ricevuti anche da sconosciuti può provocare uno strano piacere e di certo aumenta il benessere emozionale. Tutto ciò che dobbiamo fare quando si sperimenta la gratitudine è cercare per un attimo il bene e poi fermarsi anche un piccolo momento a commentarlo. I versi “rubati” di Phil Parker erano un mantra per Lidia: “ E di per favore e grazie si tratta, due paroline e la magia è bell’è fatta. Se la tua vita vuoi migliorare, son queste due che devi imparare”
Quando ci si connette al cuore la creatività fluisce senza argini e una volta appreso di non aver bisogno di avere una scusa per essere grati si avrà in mano una chiave davvero preziosa. Lidia aveva letto di Robert Emmons e Michael McCullough, autori americani, e del potere della psicologia della gratitudine.
Questi autori riportano che i partecipanti del loro studio che per due mesi avevano mantenuto le liste di gratitudine erano quelli che avevano fatto più progressi nel raggiungimento di importanti obiettivi personali (accademici, interpersonali e salute) rispetto ai partecipanti che non avevano mantenuto le loro liste. A parità di emozioni spiacevoli, ancora una volta, i partecipanti che avevano effettuato un intervento di gratitudine quotidiano mostravano elevati livelli di stati positivi rispetto agli altri che avevano un focus maggiore sui fastidi. I partecipanti nella condizione di gratitudine ogni giorno erano più propensi a riferire di aver aiutato qualcuno con un problema personale o di aver offerto sostegno emotivo ad un altro. L’intervento di gratitudine ha mostrato ripercussioni positive anche in un campione di pazienti con malattie neuromuscolari che hanno beneficiato del trattamento maturando valutazioni più ottimistiche della loro vita e migliorando la quantità e la qualità del sonno. Anche nei bambini un pensiero riconoscente si trasforma in atteggiamenti più positivi verso la scuola e la famiglia.
Questi studi dimostravano, almeno secondo Lidia, come la gratitudine migliori la salute emotiva e fisica, e rafforzi le relazioni all’interno della comunità. Aveva già iniziato a seguire alcune delle strategie suggerite dagli autori, quali tenere un diario di gratitudine, preghiere di ringraziamento, apprendere ed usare un promemoria visivo.
Recitando ancora le parole di Emmons, “Senza la gratitudine, la vita può essere solitaria, deprimente e impoverita…la gratitudine arricchisce la vita umana. Si eleva, stimola, ispira e trasforma …” Lidia era consapevole che coltivare un atteggiamento di gratitudine era molto duro e a tratti a dir poco controfattuale.
Sempre Emmons, che a Lidia era piaciuto moltissimo, sottolineava la presenza di “un atteggiamento scelta.” Quello che le persone dovrebbero fare secondo Emmons è l’abbandono della mentalità da vittima, l’abbandono del senso di diritto così come l’idea del meritarsi qualcosa. Essere grati sempre, perché nulla di quello che ci capita è dovuto.
Questo tipo di atteggiamento permette di affrontare le tragedie e le crisi.
Lidia aveva già iniziato a seguire le strategie suggerite da Emmons e McCullogh. Sul suo diario doveva scrivere di Luca per cui essere grata. Il passo più difficile era poi comporre una lettera da consegnare. Un conto era ringraziare l’Universo per Luca, un conto era renderlo partecipe della sua gratitudine. Lidia era grata a Luca per la sua esistenza e per aver accettato il suo invito a cena anche se era terribilmente spaventata da quello che il futuro l’attendeva, poco in linea con l’atteggiamento di gratitudine. Come Emmons stesso affermava “un atteggiamento grato è duro”…non solo, un atteggiamento grato a 360°, almeno per Lidia, era ancora impossibile.