Amare la vita e cogliere tutte le opportunità che offre è basilare per vivere bene, soprattutto le relazioni sentimentali.
E vivere con gioia amore e seduzione, come capacità di coinvolgere e di coinvolgersi.
La nostra vita è un’opportunità, in questo tempo, per amarla, per amarci, per condividerla, per conoscerla, per creare il dopo di noi. Possiamo scegliere di rimanere fermi in un luogo dell’esistenza perché sazi e soddisfatti di aver trovato una identità definitiva. O fare del mondo il nostro spazio interiore, curiosi come bambini. Non c’è viaggio senza domanda di conoscenza, senza coraggio del nuovo, senza fame di nuove esperienze. Spesso chi si ferma trova piccole sicurezze ma muore nelle chances di evoluzione. ‘Partir c’est mourir’, ma è il viaggio in sé il viatico per cambiare per vincere.
C’è un luogo del possibile, un luogo magico, la dimensione dove ogni cosa accade: la stanza dei sogni, delle parole bisbigliate, delle visioni inconfessabili, del tempo che smette di fluire. Ognuno vi coltiva fiori di ogni specie, in ogni dove, ne custodisce gelosamente un percorso, il suo abbigliamento preferito, i suoi libri migliori, prepara ogni sorta di leccornia, dipinge ogni cosa, ascolta la musica preferita, incontra chi vuole e come vuole. In questa stanza, in questo nido lontano dal tempo ordinario, progetta tutta la vita, recupera il passato o lo rinnega, ascolta il dolore di tutte le generazioni, sente chi ha perduto, spesso per fatalità, sente la direzione di un destino sbagliato riguardando le pagine sbiadite di tutta una vita. Anche il piacere si arrende in segreto, intensamente, sulle rotte più improbabili, proibite, inaccessibili.
La società svuota da secoli il cuore delle persone, la connaturata fantasia, l’occasione possibile o la possibile occasione di voler rinascere senza doversi nascondere o vergognarsi. L’Essere non produce più sé stesso arrendendosi, fatalmente, all’avere, accumulare, possedere, all’immagine controllata di un IO stanco di fingere, di “gestire” la storia di ogni giorno. Anche il germe dell’immaginario è precostituito, ha un limes, soffocante, solo ordine e disciplina, regole e prammatica. L’invenzione ha ceduto il passo al “must”, la creatività genuina alla standardizzazione dei costumi, delle leggi, alla ragion pratica delle settimane governate da un folto planning. La coscienza si è spenta, non desidera perchè esausta, svilita, svuotata dal train-de-vie. Lo spazio personale, lo sguardo dentro, il secret garden, è ancora l’occhio nascosto della nostra coscienza che ha sete di salvare la speranza di un destino possibile, ciò che poteva diventare ed è caduto in volo, la rinascita del desiderio di riprendere il viaggio a cuore battente. È dal Cuore che nascono tutti i nostri progetti, i cambiamenti, le trasformazioni, le opportunità. È dal Cuore che torniamo a sentire tutto il corpo vibrare, l’intimo che riscopre l’inebriante piacere, il sogno proibito nel cassetto, nutrito di ali e coraggio.
Se crediamo in questo cuore a volte la Luna viene a cercarci, proprio quando sbattiamo le porte del Cielo.
Se dovessi desiderare qualcosa non desidererei ricchezza o potere, ma l’appassionato sentimento di quello che può essere, l’occhio, che, sempre giovane e ardente, vede il possibile. Il piacere delude, la possibilità mai. E quale vino è così frizzante, quale così fragrante, quale così inebriante come la possibilità ?
Søren Kierkegard, Aut-Aut