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Meryl Streep, nel film “Il Matrimonio che vorrei”, dopo aver vissuto sette giorni di analisi di coppia, scelta per salvare il suo matrimonio, davanti alla ostinata cecità del marito dice, seriamente, che dopo aver compreso tutti i loro errori, dopo aver desiderato un nuovo, rinnovato rapporto, la sua vita non poteva essere più quella di prima. Ed è da quella consapevolezza, frutto di immaginazione e di notti dense di riflessione, di fantasie sessuali inconfessabili e non condivise, che nasce un cambiamento definitivo che porterà nuovi, inaspettati frutti. Lo stesso accade a Marie nel film Hereafter, sopravvissuta ad uno tsunami, durante il quale è passata attraverso uno stato di pre-morte: questa esperienza le fa riconsiderare tutta la sua vita. proprio attraverso l’attivazione dell’immaginazione, cambiando le sue convinzioni, il suo lavoro, i suoi affetti, fino alla decisione di lasciare un amore inconsistente per dedicarsi a scrivere un libro sull’argomento della morte e dell’aldilà e per cercare l’amore della sua vita. Spesso viviamo avendo perso la bussola dei nostri sogni, ci affidiamo agli oroscopi di tanti inutili oracoli, ma la vera realtà è custodita nel nostro immaginario e nei sui intimi desideri.
I “have a dream”, disse MLK, poi l’America celebrò la parità dei colori delle razze, è con un sogno che nacque Roma, durata oltre un millennio, sul filo di una profezia che partiva dagli epigoni di Troia approdati sulle coste italiche; anche Nelson Mandela ebbe un sogno, che difese per trent’anni nelle anguste prigioni sudafricane e che poi lo acclamò leader indiscusso, Vecchioni scrisse e cantò “Sogna, Ragazzo, Sogna” celebrando il valore dei progetti belli nell’adolescenza; fu sognando un’Italia unita che Garibaldi perse Anita e fu ferito all’Aspromonte. E fu in un sogno che Dio parlò a Giuseppe rivelandogli che Maria era pura di cuore e non aveva peccato. Il sogno, la fantasia, l’immaginazione della passione sono la via regia per liberare le energie importanti della nostra vita: non rinunciamo ad essi, coltiviamoli specchiandoci in essi, facendoli fruttificare, difendendoli. Un uomo, una donna, una famiglia, una coppia, un bambino, un malato, un carcerato senza sogni chiudono al futuro, negano le opportunità del presente, strappano la memoria e cancellano ogni battito d’evoluzione ed il desiderio di amarsi, ogni giorno, sempre di più. Chi brutalizza la realtà cancellandone i sogni è come un malato di Alzheimer: perde la chance di immaginare un’esistenza migliore, cancella la fantasia e la spinta all’innata trasformazione della realtà. Chi non ha sogni di sé muore nell’idea, statica, che nasciamo e moriamo senza occasione di evoluzione, senza capire che c’è altro, senza conoscere intimamente l’amore che può nascere dentro di noi, verso quali opportunità di crescita possiamo dirigerci. Ci sono individui che partono dal sogno, lo coltivano ogni giorno in segreto, si imbarcano in un’esperienza perché vogliono imparare a viaggiare dentro e fuori di sé, per sentire, per capire l’anima ed il suo intimo destino. Realizzare, credere nei propri sogni aiuta ad essere più felici, sogni reali, piccole gioie del quotidiano che aprono la porta a grandi scelte. Stamane, dopo un bollente caffè e un buon taglio di barba, ho intimamente ammirato il sorgere dell’alba; il disco rosa del solo planava su un angolo di porto, verso l’orizzonte. I primi raggi davano nitore al mar d’azzurro e, in lontananza, una barca a vela si allontanava verso il largo, verso un viaggio immaginario per andare a pesca di sogni…
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