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Se siamo in grado di risvegliarci dal coma, possiamo anche cambiare la qualità delle nostre vite

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Oggi voglio partire da un evento molto tragico quando capita nella vita di una persona, il coma, per arrivare a comprendere come il risveglio da esso possa essere paragonato a tante risoluzioni che in molte persone ha portato a trasformare positivamente la propria vita in maniera eccezionale.

Innanzitutto dobbiamo specificare molto brevemente qualcosa sullo stato di coma.

Le tecniche mediche di rianimazione da ormai diversi anni permettono di mantenere nelle persone artificialmente la funzione cardiaca, adeguati valori di pressione arteriosa ed un ritmo respiratorio corretto, anche in situazioni nelle quali l’attività cerebrale che in condizioni normali li guida, viene a mancare: normalmente nell’arco di non più di dodici-quarantott’ore il silenzio del nostro cervello, viene sostituito da una situazione di ripresa graduale delle funzioni vegetative, tale da rendere possibile in un tempo variabile, “liberare” il paziente dalle macchine. Se tale ripresa non si verifica, ci troviamo davvero in una situazione di confine tra la vita e la morte. A parità di quadro clinico-elettroencefalografico ci possiamo trovare di fronte quindi sia a tipologie di coma reversibile, sia di coma irreversibile.

Se siamo nell’emisfero del reversibile può aprirsi la strada ad  una serie di step che porteranno al risveglio completo del paziente, altrimenti si finisce in uno stato vegetativo persistente, che se persisterà per oltre 12 mesi, molto difficilmente porterà ad un risveglio successivo della persona interessata.

Il mio coma e come ho imparato a vivere

vita dopo coma

Il mio coma e come ho imparato a vivere

Premettendo tutto il mio entusiasmo per aver avuto l’opportunità di leggere il libro del dt Bottura, già autore del best-seller “Un uomo e il suo sogno”, nonché essendone onorata di recensirlo, manifesto a questo fantastico autore tutta la mia gratitudine.

Eh, si!

Per aver creato la possibilità di instaurare un intimo rapporto fatto di sensibilità e concetti espressi con naturale genuinità. Concependo in me, un’ulteriore, meravigliosa conferma che noi siamo i nostri pensieri!

Non è facile credere che un uomo del suo successo e della sua levatura culturale possa aver avuto trascorsi familiari di una tristezza e sofferenza immani; che possa aver patito l’indifferenza e le angherie del proprio padre che, egli stesso, definisce “Lui”, ritenendolo una sorta di innominabile.

Ma, nel contempo, anche di aver avuto la fortuna di poter contare sulla presenza di due uomini dalla saggezza inestimabile: i suoi nonni Giovanni e Vittorio. Veri maestri per la sua vita che più volte vedrà la necessità di ricorrere al manuale di quei ricordi.

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