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Investire in oro

Anche se questo periodo semba non essere tra i migliori per l’asset dell’oro, vedi ad esempio questo articolo sul crollo dell’oro, l’oro è conosciuto come bene rifugio. Nel corso degli anni, le valute nazionali hanno avute delle notevoli oscillazioni, mentre l’oro è rimasto stabile.

L’oro è uno tra i beni economici maggiormente «liquidi». Può essere considerato come un investimento,ma anche come una riserva di valore.

Infatti per le sue peculiarità,il metallo giallo rappresenta una buona opportunità di investimento. Questo perchè in periodo di crisi come quello che stiamo vivendo oggi, investire in oro può garantire una reale copertura contro i rischi default, e non solo. Quando il potere d’acquisto diminuisce l’oro mette in atto le sue migliori prestazioni, consentendo in questo modo il recupero del valore della moneta.

Inoltre, investire in oro può rappresentare un ottimo strumento contro l’inflazione e la svalutazione monetaria, oltre ad essere un buon investimento difensivo. Infatti attraverso questa ottica, investire in oro può delineare un buon ideale in quanto protegge il proprio portafoglio quando si verificano dei cali nei mercati azionari. Più le azioni vanno male e più le quotazioni del metallo giallo tendono a salire.

Tuttavia, per poter investire in oro, è possibile scegliere due opzioni: investire in oro fisico oppure in oro finanziario. Per quanto riguarda la prima opzione, è possibile proteggerlo e sottrarlo all’influenza delle variabili che esistono nel mercato finanziario. Ma va fatta una precisazione in questo caso: se da un lato il possesso di oro fisico rappresenta la forma più immediata e conseguentemente più sicura per investire in oro, dall’altro lato si pone il problema della custodia, che non è per niente da sottovalutare.

Mentre tra gli strumenti finanziari ci sono gli ETC ( Exchange Traded Commodities), gli ETF(Exchange Traded Funds), azioni, opzioni e via dicendo…

Ma tra questi strumenti appena citati, quello che maggiormente tende ad apportare più successo è rappresentato dagli ETC. Gli ETC sono negoziati in borsa come le azioni. Non sono fondi passivi bensì titoli senza scadenza emessi da una società veicolo.

E’ fondamentale far notare al lettore che essendo l’oro come tutte le materie prime quotato in dollari statunitensi, ma il titolo in questione trattato su borsa italiana in euro, la prestazione degli ETC deriva non solo dal movimento del prezzo dell’oro, bensì dal movimento del cambio Euro/Dollaro.

Quindi comprare un ETC da internet è molto più semplice e funzionale rispetto all’acquisto dei lingotti d’oro da dover depositare presso terzi.

I mercati sia azionari che valutari rappresentano una grande opportunità di guadagno, gestibile dalla comodità della propria casa. Tuttavia su questo punto vorrei ribadire ancora una volta che i guadagni non sono per tutti, e soprattutto non sono a disposizione di coloro che si accostano al trading con superficialità ed improvvisazione.

Naturalmente nessuna tecnica di trading funziona sempre, poichè non è una scienza esatta, bensì una statistica che tuttavia ha anche a che fare con delle variabili esterne incontrollabili come le notizie inattese.

Ma tornando al discorso degli ETC, l’unico svantaggio che potrebbe esserci riguarda gli scenari complottistici da parte della società emittente degli stessi ETC, in quanto secondo alcune fonti inattendibili, le società emittenti non acquisterebbero in realtà i lingotti veri e propri, ed in pratica si rischierebbe a questo punto  di rimanere con un pugno di mosche in mano in caso si verificassero episodi di collasso internazionale del sistema valutario.

Quindi riassumendo il tutto, investire in oro è possibile ma è fondamentale applicare criteri e strategie, altrimenti è meglio lasciar perdere..

La tassazione dell’oro

Non basta investire in strumenti finanziari efficienti come le ETC,o gli ETF, o semplicemente nell’oro fisico. Ma bisogna considerare anche l’aspetto fiscale delle operazioni suddette.

Infatti il governo italiano ha deciso di emettere delle tassa sull’oro dopo la revisione operata a seguito del parere contrario della Banca Centrale Europea. L’emendamento lascia ferma la disposizione relativa alla tassa sulle plusvalenze in oro con aliquota di un incerto importo.

Inoltre l’emendamento suddetto ha previsto che la tassa sull’oro sia applicata anche alle riserve della Banca d’Italia nella misura idonea a garantire l’indipendenza sia istituzionale che finanziaria della Banca centrale.

Infatti la tassa sull‘oro è entrata in vigore sessanta giorni dopo l’entrata della legge di conversione del decreto. La tassa sull’oro viene applicata esclusivamente sulle plusvalenze non realizzate, bensì maturate, contrariamente invece all’imposta sulle plusvalenze o sui redditi da capitale, che sono applicati direttamente sugli importi dei ricavi realizzati.

Facciamo un esempio pratico, in modo da intenderci: al momento dell’acquisto di un lingotto d’oro ad esempio, la suddetta transazione non è soggetto ad IVA essendo che l’Italia è allineata alla normativa vigente nel resto dell’Europa, (direttiva 98/80/CE del consiglio del 12 ottobre 1998).

Ma al momento della vendita viene applicata la regola denominata «Capital Gain» che consiste nell’indicare la differenza tra il prezzo di vendita e quello di acquisto, ovvero una plusvalenza costituita dalla rimanenza tra il prezzo percepito all’atto della cessione della partecipazione ed il costo d’acquisto al lordo degli oneri accessori. In pratica se si ricaverà un guadagno sulla differenza tra l’acquisto e la vendita, allora bisognerà tenerne conto sulla dichiarazione dei redditi.

E’ necessario pagare una tassa del 20% sull’eventuale introito guadagnato tra prezzo di acquisto e prezzo di vendita.

Ma il prezzo di acquisto non è sempre dimostrabile, proprio per tale ragione il governo ha decretato che venga applicata una tassa del 20% sul 25% dell’importo netto realizzato all’atto della vendita dell’oro da investimento.

Ad esempio: costo di acquisto:80.000€.

corrispettivo di vendita: 100.000€

plusvalenza: 20.000

mentre l’imposta calcolata sull’importo di 20.000€ è pari a 4.000€. Questo prospetto appena illustrato è un esempio di vendita con acquisto documentato.

In caso di vendita senza acquisto documentato, la tassa sull’oro si calcolerà nel seguente modo:

corrispettivo di vendita 100.000€

plusvalenza tassabile 25%: 25.000€

la tassa del 20% in questo caso si applica sull’importo di 25.000€. quindi l’imposta è di 5.000€.

 

Quindi il mio consiglio, oltre a pagare la tassa sull’oro, è di conservare la ricevuta fiscale rilasciata, per evitare un giorno di dover pagare più del dovuto.

Naturalmente quanto appena detto non si applica alla vendita dei gioielli o ai privati che vendono i gettoni d’oro vinti nelle varie trasmissioni televisive.

Ma l’imposta è da pagare esclusivamente per la cessione dell’oro grezzo e del monetato.

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