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La relazione di guarigione

sindrome della crocerossina in amicizia

Dopo i 5 modelli di relazione “principali” visti nei precedenti articoli, ecco i 5 modelli di relazione “secondari”.

Per modello “principale” si intende il tipo di rapporto di coppia tipico di una persona, cioè lo schema che mette in atto nelle proprie relazioni, mentre il modello “secondario” è un tipo di relazione del tutto nuova ed insolita per chi la vive tanto da risultare un eccezione.

La differenza sostanziale fra le due categorie è che le relazioni del secondo tipo di modelli sono di breve durata, da alcuni mesi all’incontro di una sola notte e sono relazioni funzionali, che esaudiscono un bisogno momentaneo e transitorio. Questo non significa affatto che siano vissute con leggerezza solo all’insegna del divertimento o senza sentimento, ma che sono una novità.

 

La relazione di “guarigione”

E’ il modello di rapporto di coppia che si mette in atto dopo un periodo di stress, magari un divorzio tumultuoso, un lutto in famiglia vissuto con fatica perché single, comunque dopo un periodo della propria vita che ci ha messo a dura prova, anche ad esempio il fatto di non aver ricevuto la promozione sul lavoro per il quale ci si era tanto preparati o una lunga malattia o incidente. Insomma, quando finisce un periodo davvero duro e ci si ritrova con le ossa rotte e l’autostima sotto i tacchi. Pur se titubanti a cominciare una nuova storia d’amore ributtandosi nella mischia del gioco delle coppie, si ha una gran voglia di attenzioni e di coccole di tutti i tipi ed anche di conferme al proprio fascino e alla capacità di stare comunque in coppia. A questo punto un partner nella stessa situazione comprende esattamente quello che stiamo passando e condivide gli stessi nostri bisogni e desideri del momento. Il rischio che corri è di incappare in una persona che soffre di dipendenza affettiva, qui trovi 5 modi per capire se soffri della sindrome della crocerossina nel rapporto di coppia in modo da riconoscerlo.

Il rapporto di sopravvivenza

Il rapporto di sopravvivenza

Ogni essere umano impara per modelli appresi dalla famiglia d’origine, dall’educazione, dalla cultura, dalla religione. Quindi anche tu hai la tua personale idea di come deve essere la vita che vuoi in ogni suo settore, anche quello del rapporto di coppia. I modelli di amore e di relazioni di coppia sono molteplici, ed adeguati anche ai vari momenti della vita, ad esempio l’amore non è vissuto nella maturità come nell’adolescenza. In altre parole nelle tue relazioni di coppia metti in atto uno schema di cui spesso non sei consapevole e con il quale inconsciamente confronti il rapporto di coppia che stai vivendo.

Quando ti accorgi che non coincidono ecco arrivare dubbi, incertezza, addirittura stress derivante dalla differenza fra ciò che desideri e ciò che hai nella realtà. Hai anche tu quindi l’idea di com’è la relazione giusta a seconda del modello che hai imparato. Tu puoi essere allineato, cioè sentirti bene in un rapporto di coppia di quel tipo, oppure no, può essere che invece ti faccia soffrire perché corrisponde ai criteri che hai imparato e non ai tuoi. Ovviamente nel primo caso non ti poni neanche la questione e, fra alti e bassi del tutto fisiologici, la tua relazione procede rendendo felice te ed il tuo partner. Quando invece non sei allineato sono guai, sofferenze e frustrazione perché hai scelto un partner secondo il modello che hai imparato e non per i tuoi bisogni e desideri del momento.

Umanamente tu applichi il modello anche ad altre coppie, che magari secondo te sono davvero mal assortite eppure le vedi continuare felici nel tempo il loro rapporto di coppia, oppure vedi la coppia inossidabile, perché corrisponde ai tuoi criteri di relazione, che invece si separa.

Come dico sempre da Love Coach, quando un modello o schema di relazione di coppia ti sta stretto e ti fa soffrire, per poterlo migliorare il primo passo è di diventarne consapevole in modo da capire che molto probabilmente vivi proprio quel tipo di rapporto di coppia che dici di non volere. Ecco quindi in questo ed altri articoli  dieci modelli di relazioni divisi fra “dominanti” o principali e “ collaterali” o secondari, trattati in modo analitico per definire i criteri dei modelli di relazione che le persone vivono e per descriverli visti dall’interno della coppia, così da poterti riconoscere in uno o più di questi modelli ed essere rassicurato su quello che tu ed il tuo partner state vivendo.

 

Ecco il primo dei CINQUE modelli dominanti..

Quando la relazione di coppia è dipendenza affettiva

Quando la relazione di coppia è dipendenza affettiva

Esistente da sempre nella relazione di coppia, l’espressione “dipendenza affettiva” è nata dalle ricerche sulla sofferenza in amore. Questo sentimento, che fa girare l’universo, che rende felici, che è il carburante per creare gioia e bellezza, come può far soffrire?

Da Love Coach dico che la dipendenza affettiva, come ad esempio la “sindrome della crocerossina”, è un tipo di amore non sano per chi lo prova.

Vivere una dipendenza affettiva significa aver imparato, in famiglia, a scuola, dalle convenzioni sociali secondo cui dev’essere qualcun altro, e non tu, a gestire le emozioni e soprattutto i tuoi sentimenti.
Una persona equilibrata, che vive bene i propri sentimenti, non permetterà mai che il partner dipenda da lui. Per questo sostengo che  la dipendenza affettiva è un doppio legame, in quanto tu demandi la scelta di come sentirti, se star bene o star male, ad un partner che è nelle tue stesse condizioni.  

Non aiutare gli altri

aiutare gli altri

Piantala di cercare di aiutare gli altri!

Ciò che sto per dire suonerà alla maggior parte di voi come una cattiveria incondivisibile.

Devi smetterla di pensare di aiutare gli altri.

Quando cerchi di aiutare gli altri, in realtà li stai intralciando.

Così facendo impedisci loro di fare esperienza del Divino in loro stessi.

Se noi non sappiamo cosa è giusto per noi, e ciò accade quasi il 99% delle volte, come possiamo saperlo per gli altri.

L’idea che bisogna aiutare gli altri è uno dei più grandi inganni esistenti.

Se entriamo nell’idea che gli altri hanno bisogno di aiuto, prima o poi ci ficcheremo nei guai.

L’idea di dover aiutare gli altri nasce dalle più diffuse religioni.

Se sei un buon cattolico o un buon testimone di geova pensi di essere qui per aiutare gli altri.

La questione è che solo Dio può aiutare una persona.

E’ il Divino ad averla creata e sa perfettamente ciò di cui ha bisogno.

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