Che cos’è la teoria del doppio legame? Il doppio legame può crearci delle difficoltà? Come superarle? In questo articolo ti spiegheremo come riconoscere le situazioni in cui si instaura un doppio legame, come uscirne e come non ripetere queste situazioni con altre persone.

La teoria del doppio legame: le origini in Bateson et al. 

La teoria del doppio legame fu descritta per la prima volta nel 1955 dai sociologi G. Bateson, D. Jackson, J. Haley e J. Weakland.
Gli interrogativi su cui si basarono per concettualizzare la teoria erano principalmente tre, si trattava infatti di giustificare la comunicazione schizofrenica in un dato contesto sociale, ipotizzare delle situazioni in cui questo comportamento poteva essere considerato corretto e studiare diverse soluzioni per ottenere una risposta adeguata.

Una definizione rigorosa del doppio legame fu ipotizzata dopo anni di studi condotti su diverse famiglie, ed è la seguente:
si definisce doppio legame un processo in cui l’individuo, all’interno di una relazione emotivamente carica, riceve due messaggi contraddittori dal suo interlocutore e, non riuscendo a capire quale dei due messaggi sia valido, si trova in una situazione ingestibile e non può abbandonarla.
Gli autori notarono che un individuo risultava avere degli atteggiamenti e dei comportamenti disturbati come diretta conseguenza all’esposizione a questo tipo di comunicazione.

Qualche esempio pratico

Un classico esempio di doppio legame è la mamma che dice al figlio:”Vieni qui e abbracciami!” e mentre il figlio l’approccia lei lo allontana. Il figlio in questo modo riceve due messaggi contrastanti, il primo verbale (“Vieni qui e abbracciami!”) e il secondo non verbale (l’essere allontanato). Essendo un bambino, non può abbandonare la madre e la famiglia dal momento che ne è dipendente.

Questa teoria, con particolare riferimento alla sua volontà di dare una risposta sull’origine della schizofrenia, non è mai stata confermata e nemmeno smentita. Nonostante questo, le sue implicazioni sono molto importanti perché descrivono situazioni in cui molto spesso le persone si trovano nei contesti familiari, lavorativi e di amicizia. Un adulto normalmente può abbandonare una situazione del genere ma in certi casi anche lui è vincolato al contesto (ospedale, prigione, esercito, alcuni tipi di scuole).

Closed for business

La frase “Sii spontaneo!” è di per sé un paradosso, perché l’interlocutore sta dicendo di agire in modo spontaneo, ma facendolo, si obbedirebbe automaticamente all’ordine precedentemente imposto. Infatti comportandosi in maniera spontanea come risposta a quello che viene detto , non si è spontanei; d’altra parte se si è spontanei è perché l’interlocutore ce lo ha ordinato.

Si ha una situazione in cui la moglie vorrebbe che il marito portasse a casa uno stipendio maggiore, ma allo stesso tempo si lamenta che il marito stia al lavoro fino a tardi. Se lavorare fino a tardi è necessaario per guadagnare di più, il marito sente di non poter uscire vincitore da una discussione in merito visto che in ogni caso scontenterebbe la moglie. Il marito quindi riceve due messaggi contraddittori dalla moglie,infatti lavorando di più seguirebbe il desiderio della moglie di avere più liquidità ma andrebbe contro il suo desiderio di vederlo di più, non lavorando di più farebbe l’esatto contrario.

Un altro esempio è quando i genitori dicono al figlio di diventare indipendente e poi si arrabbiano come dei pazzi appena il figlio fa qualcosa che a loro non aggrada e dicono “non puoi fare quello!”, togliendoli così la temporanea autorità.

Il doppio legame non è un concetto astratto, ma è spesso la molla della frustrazione e dell’incapacità di passare all’azione. Infatti puoi dire “dove c’è inazione, c’è un doppio legame”.

Uscire da un doppio legame:

Il primo passo fondamentale e a volte anche molto difficile è quello di comprendere i due messaggi contraddittori e le loro conseguenze, ossia diventare consapevoli delle contraddizioni che tale situazione crea. Il secondo passo è assumersi la responsabilità della risposta, capire cioè che c’è sempre una scelta che può essere fatta, quindi si può decidere di non rispondere o di andarsene.

Marco Cattaruzza, coach, formatore, imprenditore, ho una missione: condividere la mia decennale esperienza formativa con i migliori coach del mondo.

Nel 1999 partecipando ad un corso di formazione sulla pianificazione degli obiettivi, ho scoperto la mia passione: crescere e migliorare. Ho frequentato i miei primi corsi di formazione in Italia, e il momento di svolta è stato conoscere Anthony Robbins in Inghilterra e la partecipazione alla Mastery University e Leadership Academy negli Stati Uniti. Ho conosciuto Richard Bandler in Svizzera, studiando ipnosi sperimentale, e in Florida studiando la programmazione neuro-linguistica. Ho voluto sviluppare l’intuito e grazie ai corsi di Francesco Martelli ho imparato anche il metodo Silva Ultramind, ho praticato meditazione con Deepack Chopra e studiato tecniche avanzate di investimento borsistico con Chuck Mellon a Davos in Svizzera. Ho fatto tesoro degli insegnamenti di John Gray sulle differenze tra l’uomo e la donna. Impegno ogni giorno ad apprendere qualcosa di nuovo, fosse anche per soli 10 minuti. Ho frequentato la scuola per coach in Italia e sto frequentando la scuola per coach del Robbins-Madanes Center for Strategic Intervention.

Mi piace viaggiare per conoscere le culture, le persone e la natura. Un luogo che è rimasto nel cuore: il Messico. Per la sua gente, per gli indios che vivono una vita semplice e riescono ad apprezzare la vita più di quanto riesca di fare a me. Amo gli Stati Uniti per le innumerevoli possibilità che questa terra riesce ad offrire, dall’esuberanza di Las Vegas e New York, all’atmosfera caraibica e libertina di Key West. Tornerei oggi stesso nel deserto delle Olgas, in Australia, per ammirare il silenzio e la maestosità dei suoi colori. E vorrei aver passato più tempo Shangai, per comprendere quella cultura così ricca e così dissimile.

Assieme alla mia compagna Cristina cresco i nostri figli, con la speranza e la volontà di essere un esempio straordinario. Metto tutto me stesso in quel che faccio e voglio il meglio per i miei clienti. Sono soddisfatto quando il mio cliente ritrova la libertà di un bambino, desiderando scoprire e giocare il gioco della vita, vivendo nell’amore.