Per una donna il difficile cammino dei percorsi del desiderio segue un’ approfondita ricerca di consapevolezza nella costruzione di un sano erotismo, divenendo sempre più esigente nel fluire del tempo. Una donna adulta può desiderare di conoscersi meglio sotto questo aspetto, dopo aver « dato » lunghi anni all’istinto di maternità. Sente di voler cercare, oramai navigata, nuovi percorsi intimi del desiderio, sotto varie vesti, senza più limitarsi ad un mero ruolo oblativo verso il piacere altrui.
Ma tutto ciò non è costante universale: riconoscere che la vita sessuale non appare più soddisfacente, che lo spettacolo è trito e ritrito, significa assumere una nuova coscienza che realizzi una dimensione del piacere sospinta da una rinnovata maturità esistenziale. Molte donne restano bloccate in un sacrificato angolino, senza rendersene conto, senza più ascoltare l’intimo ed il personale, rassegnate a gestire solo una funzione materna piuttosto che quella di amante, rinviando la speranza che il « meglio debba ancora materializzarsi ».
Il percorso per acquisire una soddisfacente identità sessuo-desiderante può passare per la ricerca di nuovi spazi di solitudine ove coltivare il bisogno di ricollocarsi sul Sé, affrancarsi da una dipendenza economico-culturale ed affettiva, ricostruire un dialogo genuino con il corpo e le intime fantasie, riappropriarsi della libertà di raggiungere il limite vibrante del piacere coltivato prima di tutto nel giardino personale.
Per una donna la figura della Madre è di fondamentale importanza: da questa dovrebbe apprendere i canoni universali della femminilità, la passione per il corpo, la strategia seduttiva verso il maschile, un originale gusto estetico. Conoscere una donna, per il suo compagno, significa conoscere anche quale è la stata la relazione con le immagini genitoriali interiorizzate, essere consapevole della percezione corporea filtrata attraverso l’ottica dell’immaginario. Questi sono alcuni pilastri del desiderio femminile che, rispetto ad una certa cultura maschile, cerca sempre di resistere alla tentazione di spegnersi subito in piacere.
Possediamo il giusto valore del Tempo se abbiamo consapevolezza di viverlo, fino in fondo, prima di tutto per noi ma mai soli..Esso si dilata quando non scegliamo chi e cosa vogliamo divenire, quali nuovi sentieri percorrere. Il tempo si restringe quando non siamo piu’ in condizioni di scegliere, con il rimpianto di non aver osato di salire qualche altro gradino ed ampliato i nostri orizzonti. Il tempo diviene infinito quando ci sentiamo appagati come in cielo cosi in terra. Allora smettiamo di misurarlo e guardiamo alla nostra vita come l’opportunità più bella, irripetibile, per tornare a scommettere, solo su noi stessi. l Vampiro non invecchia, è al di fuori del tempo. Succhia il sangue, la vita da altre creature, e la sua sopravvivenza, o addirittura il suo bell’aspetto, dipendono dalla possibilità di ottenere dall’ambiente gratificazioni narcisistiche: le vittime cui attingere.
Il Vampiro è un seduttore, un Don Giovanni che rende schiave le donne. Per parte loro le Vampire sono decisamente Vamp e riducono ai loro piedi uomini affascinanti.
Il Vampiro è un non-morto, ossia una figura che esiste in un limbo atemporale tra la vita e la morte: il Vampiro vive senza sentirsi vivo. Il Vampiro teme poi in modo mortale i mutamenti: il sorgere del sole o l’acqua che scorre hanno su di lui un effetto letale.
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