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Le caratteristiche dell’amore maturo
Un amore giusto ti mette in gioco, esalta senza paura le migliori energie che portano ad una più vasta conoscenza interiore, a cogliere tutte le opportunità di un’evoluzione. Un Amore è vero quando ti fa anelare alla Felicità, non quella che si nutre di un immaginario infantile, ma quella che ti dona equilibrio e prospettiva, ti fa sentire un adulto rispettato, complice e condiviso in una relazione soddisfacente.
Amore giusto e amore sbagliato
Un Amore giusto ti lascia sempre l’opportunità di continuare a sceglierlo, tra tanti, temendo sì di perderti, senza obbligo di catene, mistificazioni, celati ricatti, oscure ritorsioni. Anche, e soprattutto nei momenti bui, un Amore maturo sa aspettare, sa lasciare tempo e spazio per crescere, ché tu possa ritornare a sognare un progetto a due, realizzando spunti di inarrestabile evoluzione. Gli amori sbagliati, invece, danno fulgidi istanti di felicità e piacere ma, dopo, ti lasciano quasi sempre un amaro in bocca. Hai la sensazione di aver condiviso un’esperienza con un’anima malata, possessiva, chiusa, piena di regole, che non lascia spazio al confronto e ad un ideale di rinnovamento. Questo tipo di amore non è felice perché non è sano, vittima spesso di tarli, ossessioni, persecuzioni, minacce, confonde le idee mentre quello giusto le semplifica, le fa apparire chiare perché si propone sempre a viso aperto e con una solida prospettiva escatologica.
Un giusto amore proviene da persone che fanno, a prescindere dalla storia personale di partenza, un certo tipo di cammino, non hanno bisogno per forza di una relazione a due per sentirsi sicuri ed appagati, la prediligono solo perché, oltre al piacere immenso, desiderano una condivisione edificante, un presente ricco di opportunità di crescita, incontri nuovi che cambiano veramente la vita.
Dall’amore sbagliato alla relazione tossica
Un amore sbagliato, invece, nasce da persone che si rubano di nascosto energie e sogni, cercano fughe deresponsabilizzanti da un progetto comune, risposte semplici e facili, senza sforzo né impegno. L’altro viene spesso vampirizzato, vestito a propria immagine per colmare un vuoto esistenziale, per ricreare un legame-specchio privo di dualità. L’esito, scontato, fa soffrire, crea ansia: ci si sente senz’anima, come fuchi svuotati da api regine, resi impotenti, senza entusiasmo e progetto. I partners coinvolti in una relazione “tossica” rischiano di essere sempre alla ricerca di compensazioni per i torti subiti nel passato, destinati alla selezione di un capro espiatorio, trovano sempre occasioni per lamentarsi dell’altro, delle sue mancanze, dei doveri inattesi.
Una catena di rabbia infinita nasce proprio da questa sottesa infelicità, produce solo un amore martoriato da lamentazioni e ferite. Spesso, i partner proiettano nel teatrino della relazione eventi passati che nascono in seno alle costellazioni familiari ed alle figure genitoriali. Quando un amore volge al depassé esso non muore mai di morte naturale. Muore per abbandono, per negligenza, per cecità, per indifferenza, per averlo reso scontato, per inanità, per non averlo coltivato con le cure necessarie. Le omissioni in amore sono, a volte, più letali degli errori consumati. Al contrario, un Amore giusto è capace di mettere insieme, senza conflitto, le differenze individuali rispettandole e valorizzandole in un progetto comune. Esso, infatti, non chiede mai di cambiare e difende a tutti i costi l’ essere sempre sé in un’ottica di evoluzione reciproca vissuta con gioia, senza rabbia. Si fa in quattro per difendere la stima ed il reciproco rispetto, per affrontare le temibili burrasche con l’occhio attento e saggio di chi vuole evitare che trappole insidiose ne ostacolino il cammino.
Amore giusto e amore sano
Un amore sano non mortifica la creatività, non tarpa le ali al cambiamento, non è mai stanco di confrontarsi, di accedere al volto trasfigurato dell’Altro. Perché in un amore maturo, reso giammai scontato dalla follia di un indomabile desiderio, tutela reciproca e slanci individuali sono corde che appartengono al medesimo strumento, sempre incantato nel comporre rinnovate, inebrianti armonie. Un Amore sano si dona senza affanno, non ti chiede mai un risultato, nutre i suoi giorni senza contare, stufo, lo scorrere del tempo, trova spazi e luoghi per continuare a bruciare di stima e complicità reciproca, senza il timore che il tempo possa scalfirlo, anche nella carne. Un Amore maturo è come un calice di buon vino, sa godere intensamente durante ogni bevuta: dal primo sorso fino all’ultima, infinita goccia.
I tipi di amore: amore giusto, amore sbagliato e relazioni complicate
Amore giusto
Un amore giusto ti mette in gioco, esalta senza paura le migliori energie che portano ad una più vasta conoscenza interiore ed a cogliere tutte le opportunità di evoluzione.
Un Amore è giusto quando dona Felicità, non quella che ti fa volare nell’immaginario infantile, ma quella che ti fa stare bene, ti fa sentire un adulto rispettato, complice e condiviso.
Un Amore giusto ti lascia sempre l’opportunità di continuare a sceglierlo, tra tanti, temendo sì di perderti, ma senza obbligo di catene, condizioni drastiche, celati ricatti, ritorsioni. Anche, e soprattutto nei momenti bui, un Amore maturo sa aspettare, sa lasciarti tempi e spazi per crescere, ché tu possa ritornare a sognare un progetto a due, realizzando spunti di libera evoluzione.
Amori sbagliati e relazioni complicate
Gli amori sbagliati, invece, danno fulgidi istanti di felicità ma, dopo, ti lasciano alla fine di un percorso sempre un amaro in bocca. Hai la sensazione di aver condiviso un’esperienza con un’anima malata, possessiva, chiusa, piena di regole, che non lascia spazio al confronto e ad un ideale di rinnovamento.
Questo tipo di amore è tipico delle relazioni complicate, non è felice perché non è sano, genera spesso tarli, ossessioni, persecuzioni, minacce, confonde le idee mentre quello giusto le semplifica, le fa apparire chiare perché si propone sempre a viso aperto.
Un giusto amore proviene da persone che fanno, a prescindere dalla storia personale, un certo tipo di cammino, non hanno bisogno per forza di una relazione a due per sentirsi appagati, la prediligono solo perché, oltre al piacere immenso, desiderano una condivisione edificante, un presente ricco di opportunità di crescita, incontri nuovi che cambiano veramente la vita.
Un amore sbagliato, invece, nasce da persone che si rubano di nascosto molte energie, cercano risposte deresponsabilizzanti da un progetto a due, risposte semplici e facili, senza sforzo né impegno. L’altro viene spesso vampirizzato, risucchiato, per colmare un vuoto esistenziale. L’esito, scontato, ci fa soffrire, crea ansia: si diventa vittime come fuchi svuotati da api regine, resi impotenti, senza entusiasmo e voglia di migliorare. I partners coinvolti in una relazione “tossica” rischiano di essere sempre alla ricerca di compensazione per i torti subiti nel passato, destinati alla selezione di un altro, futuro, capro espiatorio, trovano sempre occasioni per lamentarsi dell’altro.
Una catena di rabbia infinita nasce proprio da questa sottesa infelicità dell’amore sbagliato, che produce nient’altro che un amore martoriato da lamentazioni e ferite. Spesso, i partner vivono in questo tipo di situazioni eventi passati che nascono nel nucleo familiare, nel rapporto genitoriale o con familiari stretti.
Amore sano e amore giusto
Al contrario, un Amore giusto diviene tale se è capace di mettere insieme, senza conflitto, le differenze individuali rispettandole e valorizzandole. Esso, infatti, non chiede mai di cambiare ma difende a tutti i costi l’essere sempre sé stessi in un’ottica di evoluzione reciproca sempre, però, con gioia, senza rabbia. Esso si fa in quattro per difendere la stima, il rispetto reciproco, per affrontare le burrasche con l’occhio attento e saggio di chi vuole evitare le trappole le più disparate lungo il cammino della coppia. Un amore sano non mortifica la creatività, non tarpa le ali dei sogni, non è mai stanco di confrontarsi, di accedere al volto trasfigurato dell’altro. Perché in un amore maturo, reso giammai scontato dalla follia di un indomabile desiderio, tutela reciproca e slanci individuali sono corde che appartengono al medesimo strumento, sempre incantato nel comporre nuove, inebrianti armonie.
Un Amore sano vive senza affanno, nutre i suoi giorni senza contare il tempo, trova spazi e luoghi per non spegnersi mai, per aumentare stima e complicità reciproca, senza il timore che il tempo possa scalfirlo, anche nella carne.
Come trasformare un’amicizia in amore
Possiamo trasformare un rapporto di amicizia in amore se impariamo come gestire le tecniche di seduzione
Normalmente chi viene identificato come amico o come amica non produce emozioni.
In alcuni casi invece può essere un’utile strategia nell’ambito della seduzione proporsi inizialmente in amicizia.
Questo consente da un lato di innescare e portare avanti il processo di seduzione in modo mascherato e la possibilità di interagire in amicizia ci permetterà di conoscere attraverso le conversazioni amichevoli il nostro “oggetto del desiderio”.
Potremmo acquisire informazioni molto utili per il processo di seduzione che da amici ci trasformerà in amanti
Queste informazioni sono legate alle esigenze emotive che avremo il tempo e la tranquillità di “carpire”.
Un esempio di come sedurre un’amica
Per spiegare bene come funziona la strategia riporterò un esempio cinematografico di un cult sulla seduzione.
Un’esempio cinematografico ( Nel film “Le relazioni pericolose”) di questa strategia è quello messo in atto in modo magistrale dal Visconte de Valmont, famoso libertino della Parigi di fine 700.
Rapporti tra genitori e impatto sull’educazione dei figli
In questo breve articolo vorrei trattare di come il rapporto tra i genitori possa influire (positivamente o negativamente) sull’educazione dei figli.
Intanto partiamo da due presupposti:
- i figli hanno bisogno di regole
- i figli hanno bisogno di provare ad infrangere le regole
I bambini cresciuti senza regole, possono sembrare felici, soprattutto agli occhi dei loro coetanei. Fortunato il bambino che va a dormire quando vuole, che mangia solo quello che gli piace, che guarda la tv o gioca con i videogiochi tutto il tempo che vuole farlo. O no?
Ad un osservatore distratto potrà sembrare che questo bambino sia effettivamente più felice rispetto a quello che va a dormire alle nove di sera, mangia verdure e cibi salutari invece delle merendine, vede la tv o i videogiochi solo ad orari prestabiliti e con tempi predeterminati. In effetti non è così.
Tutti i bambini hanno bisogno di sicurezza e le regole imposte dalla famiglia contribuiscono a creare dei confini intorno a loro, confini che delimitano il mondo circostante, che li sollevano in qualche modo dalla responsabilità di determinate decisioni, sapendo che a quelle cose ci pensano mamma e papà. Non a caso spesso i bambini privi di limiti se ne creano di personali (e di solito strani o nocivi alla propria salute). Alcuni possono decidere di voler mangiare solo determinati cibi e niente altro, altri possono decidere di voler indossare determinati vestiti e sempre quelli, e così via. Nella ripetizione e nella creazione di rituali cercano la sicurezza che i genitori non hanno saputo fornire quando hanno rinunciato ad imporre delle regole.
Ma se le regole sono così importanti perché allora sforzarsi di disobbedire? Perché alcuni bambini si ribellano con tutte le loro forze a determinate imposizioni?
Semplice: il bambino cresce e si evolve giorno per giorno, e giorno per giorno testa i limiti che lo racchiudono per sapere quando sarà abbastanza grande e forte per poterli superare. Non a caso le regole devono crescere con i figli: per esempio “i piccoli mangiano senza il coltello” lascia il posto a “i bimbi della tua età usano questo coltello” (un coltello di quelli che non taglia nulla) fino ad arrivare a “ora sei abbastanza grande per usare il coltello degli adulti”. Un bambino costretto a rispettare limitazioni fatte per quando era piccolo sarà ugualmente infelice.
In tutto questo, il ruolo e il comportamento dei genitori è di fondamentale importanza, sia per l’applicazione, sia per l’accettazione delle regole.
Infatti, a cosa serve imporre ai figli che “ognuno dorme nel proprio letto” se quando il papà è fuori la mamma se li porta nel lettone e li fa dormire con lei tutta la notte? Oppure che “si gioca ai videogiochi solo il sabato e la domenica e solo per un’ora” e quando la mamma non c’è il papà li lascia giocare tutto il pomeriggio, indipendentemente dal giorno, in modo da “toglierseli dai piedi”?
Se i genitori non sono più che uniti nel far rispettare qualcosa, anche quando non la condividono pienamente, il figlio se ne accorgerà e cercherà di approfittarne. Se, mentre uno dei due impedisce ai figli una cosa “perché lo sai che non si può fare” l’altro assume un’aria di aperta disapprovazione o appare contrariato, il bambino si rende conto che c’è conflitto tra i genitori e saranno problemi! Infine, se uno dei due “cede” più facilmente, sarà da quello che il bambino andrà più spesso a chiedere di poter fare qualcosa di normalmente vietato. In questo caso qualunque scelta faccia l’altro genitore sarà sbagliata: se la mamma “sgriderà” il papà per aver fatto giocare i bambini troppo tempo, assumerà il ruolo di “cattiva” e sminuirà il ruolo di genitore del padre. Se cederà anche lei farà capire al figlio che la regola non è inviolabile e che quindi si può trasgredire senza troppo pericolo. Ancora peggio se i due di metteranno a litigare di fronte al bambino!
La soluzione migliore in questi casi è che i genitori parlino tra loro prima che con il figlio e facciano fronte comune, trovando una giustificazione plausibile: “papà si è distratto perché stava lavorando e ti ha lasciato giocare senza accorgersi che oggi non si poteva. Per questa volta non fa niente ma la prossima non succederà”.
Un consiglio da tenere presente: le regole importanti devono essere poche (al massimo una decina) e condivise da entrambi i genitori. Inutile che uno dei due si impunti a voler imporre una cosa che l’altro assolutamente non vuole; questo disaccordo di base si rifletterà sul futuro, vanificando il lavoro educativo. Troppi principi e divieti da rispettare invece saranno causa di confusione e incertezza nel bambino (“questo si può fare oggi oppure no?”, “se mangio il cioccolato poi posso vedere la tv oppure devo scegliere?” e così via) e aumenteranno il rischio che qualcuno non venga fatto rispettare a dovere.
Altra cosa: esprimete le vostre regole in positivo! Dire “non si mangia con le mani” o “non si gioca in casa con la palla” è diverso da “si mangia con le posate” o “la palla si usa fuori casa” e sarà più facile che i figli obbediscano a dei principi espressi in maniera positiva.
Infine, applicate con rigore le regole, ma senza esagerare! Un clima da “stato di polizia” fa male a tutta la famiglia, non soltanto ai figli! Quindi fate in modo di evitare le tentazioni: se una delle vostre regole è che la tv si veda solo il pomeriggio, quando i figli sono a casa la mattina, magari con la baby sitter, accordatevi con lei per far rispettare la regola oppure disattivate la tv. In questi casi il vostro motto sia “meglio prevenire che punire”!
Il libro dell’inferno
Per trent’anni ho dedicato il mio tempo alla scrittura di un libro, un libro molto intimo; nessuno lo ha mai letto. E per un paradosso che ha del comico, per molti anni è rimasto nascosto anche al suo autore. Si intitola (risata satanica) “Il libro dell’Inferno”
Un giorno l’ho letto e mi ha terrorizzato e al tempo stesso fatto sorridere! Sopratutto quando ho scoperto che l’avevo scritto io! La sensazione è stata quella di risvegliarsi dopo un interminabile sogno e scoprire di essere vivo. Mi trovavo a Palm Springs in California, assieme a duemila persone in una grande stanza di un hotel di lusso. Anthony Robbins aveva appena finito di spiegare cosa sono le convinzioni e le regole. E in quel momento, per la prima volta nella mia vita, ho scoperto il mio libro. E non è stato piacevole affrontare la verità.
Cos’è una convinzione?
E’ un senso di certezza verso qualcosa o un concetto. La convinzione “che domani mattina sorgerà il sole”, la convinzione di “non fidarsi degli estranei”, “che amare è meraviglioso”, “che amare è una fregatura”. Ne abbiamo infinite. Ci guidano e servono per dare un senso alla nostra vita.
Limitano anche le possibilità di scelta. Sono come un binario sul quale fare scorrere il treno della nostra vita. Esse ci “de-limitano” il percorso. Ad esempio la scienza non può comprendere la fede, perchè la convinzione di dover replicare i fenomeni che vuole descrivere “de-limita” la visione della scienza.
Valori
Tra le convinzioni più importanti, quelle che plasmano il nostro destino, ci sono i valori, come l’amore, l’amicizia, l’onestà, la sincerità. Ogni persona di buon senso ritiene questi valori importanti. Un valore è uno stato d’animo che desideriamo provare ripetutamente (valore positivo, come l’amore) o che vogliamo ripudiare (valore negativo, come la rabbia).
Quello che è ancora più importante sono le regole, cioè quello che DEVE accadere affinchè si possa provare quel particolare valore. Esempio: “provo amore ogni volta che un bambino mi sorride”. Ognuno di noi consciamente, ma ancora di più inconsciamente, ha scelto le proprie regole. Mi piace visualizzare queste regole come se fossero scritte in un grande libro che sta dentro la nostra testa. Io lo chiamo il “Libro dell’ Inferno“. E’ la prigione chiusa a chiave dal prigioniero. Richard Bandler la chiama “la prigione dei liberi”. Si perchè, la maggior parte delle volte le regole che si sono scelte, lasciamelo dire…fanno schifo! E fino a quando una persona non porta a galla dall’inconscio tutte le regole che ha scelto, non percepisce il suo personale Inferno auto gestito.
Per scoprire le regole di un valore, bisogna rispondere a questa domanda: “cosa deve accadere affinchè io possa provare/sperimentare/vivere X? (dove x sta per il valore)” Per esempio “cosa deve accadere affinché io possa provare amore nella relazione intima?” La risposta potrebbe essere: condividere i momenti belli della vita, non litigare mai, avere gli stessi obiettivi, essere sempre in sintonia, capirsi con uno sguardo, parlarsi. Questa è una reale risposta che mi ha dato una mia cliente.
Tutte le relazioni intime di questa mia cliente non sono mai durate a lungo. La disperazione, dopo aver vissuto l’esperienza della fine della relazione per l’ennesima volta, l’ha portata a contattarmi e chiedermi aiuto. La prima cosa che le ho fatto mettere in discussione sono state le sue regole. Non litigare mai? In una relazione intima?! Essere sempre (sempre!) in sintonia e capirsi con uno sguardo?! La sua regola sull’essere sempre in sintonia, stabiliva che se si litiga significa che non si è fatti l’uno per l’altra. Facile quindi far cessare la relazione! Difficile è farla durare.
La mia cliente ha finalmente letto una pagina del suo libro dell’inferno. Sono state le regole a decidere il suo destino, le regole che lei ha scelto e di cui era inconsapevole. Mirava all’obbiettivo di una relazione stabile per crescere una famiglia e si autosabotava con decisioni inconsce.
Il libro del Paradiso
Così come ho dato un nome al “libro” scritto per i miei primi trent’anni, ho chiamato “Il libro del Paradiso” quello che ho cominciato a scrivere poi. Dato che le regole le ho scritte io, perché non aggiornarle e trasformarle in qualcosa che renda semplicissimo raggiungere i miei obiettivi e la mia soddisfazione personale?
La mia cliente ha modificato le sue regole. Per provare amore nella relazione intima ora non deve sempre essere in sintonia, ma ama ancora di più il suo uomo quando e se dovesse litigarci, con l’intenzione di donare ancora più amore e regalando la certezza di amare a prescindere, l’unico modo per amare: l’essere vulnerabile e aperta.
Il cambiamento
Quando, dopo il corso in California, sono ritornato a casa, mi sono impegnato a scrivere le migliori regole che mi merito. Così non ho più avuto bisogno che “gli altri mi apprezzino” per sentirmi amato, ma ho deciso che provo amore ogni volta che: “bacio mio figlio”, “sento il battito del mio cuore”, “accarezzo mia moglie”, “apprezzo un mio nemico per il dono di crescita che mi sta dando”, “sono grato per le piccole cose”, e così via.
Questo non significa che abbia il controllo assoluto delle mie regole, ma ho la consapevolezza di essere responsabile del mio destino. Posso scegliere di riconoscere le regole che non mi fanno bene e cambiarle. E questo è una sensazione meravigliosa.