Il Pav Memoria è una tra le varie tecniche di memoria esistenti che permette di conservare un’informazione, basandosi sul coinvolgimento dei sensi.

Il termine PAV è l’acronimo di tre parole: Paradosso, Azione, Vivido. Questi rappresentano quelle situazioni che permettono ai nostri sensi di focalizzare la propria attenzione e mettere in moto la capacità di memorizzare.

La tecnica di memoria PAV è in grado di coinvolgere in maniera totale la nostra memoria attiva, distinguendosi da quella capacità classica di memorizzazione basata sul metodo della ripetizione che invece coinvolge solo un 5-10% di potenziale mnesico.

La memoria

Prima di andare nello specifico per comprendere al meglio le tecniche di memorizzazione ed in particolare il Pav Memoria, è bene partire dalla comprensione di un’importante capacità umana: la memoria.

Essa non è da intendere solo come una funzione cerebrale che agisce autonomamente e con dei livelli o parametri ben definiti e delimitati: anzi risulta essere una capacità che possiamo allenare grazie alle tecniche di memoria, che permettono di raggiungere dei livelli impensabili.

Il cervello infatti codifica le informazioni e le trasforma in ricordi, per mezzo dell’ippocampo: questo processo rimane ancora oggi oggetto di studio perché per certi aspetti complesso e indecifrabile, anche se, attraverso la mnemotecnica, è possibile sfruttare la capacità dell’uomo di ricordare le informazioni quando queste vengono associate a delle immagini e a dei sensi.

Le mnemotecniche sono state usate sin dai tempi antichi, da grandi oratori che riuscivano a svolgere dei discorsi articolati preparati in precedenza, senza avere bisogno di leggere.

 

Come utilizzare la tecnica di memoria PAV?

Le informazioni che vengono registrate dalla nostra memoria in maniera spontanea, sono quelle che rimangono conservate più a lungo.

Si tratta infatti di cose o eventi che non rientrano nella quotidianità, ma risultano particolari o strani.

La tecnica di memoria PAV, si sviluppa appunto partendo da una forma di percezione differente, che si basa sul:

  • Paradosso: ovvero ricreare delle immagini che per forma, dimensione o comportamento, risultano bizzarre e quindi differenti dai canoni della normalità.

Ad esempio se volessimo ricordare una balena, è più facile immaginarla come un piccolo pesce rosso che spruzza acqua dalla schiena. Oppure per ricordare una zanzara, immaginarla come un insetto gigante quasi come se fosse un mostro dei film cinematografici.

  • Azione: riguarda il movimento, poiché risulta più semplice essere attratti e ricordare qualcosa che si muove, piuttosto che elementi statici che non stimolerebbero la nostra memoria.

Quindi le immagini mentali devono essere dinamiche così la nostra memoria ha più semplicità a ricordare le informazioni.

  • Vivido: si tratta di coinvolgere tutti i 5 sensi, poiché dalle immagini mentali che osserviamo con l’occhio della mente, riusciremo a chiamare in causa gli altri sensi, associando a queste immagini un suono, un profumo o un sapore che ci aiuteranno a memorizzare le informazioni per lungo tempo.

Si tratta appunto di immaginare le cose come se le stessimo vivendo realmente, suscitando perciò delle emozioni.

Mnemotecnica dei loci

Grazie alla tecnica dei loci, è possibile immagazzinare nella memoria grandi quantità di informazioni, associando le immagini mentali attraverso il PAV.

Il PAV memoria scuote il nostro subconscio grazie all’utilizzo di immagini inusuali e paradossali, che vengono registrate dal nostro cervello come un evento straordinario, così che il nostro emisfero creativo le possa riconoscere e registrare nel lungo periodo e con maggiore facilità.

Basta semplicemente uscire dalla propria zona di confort e costruire un palazzo della memoria: infatti dentro di esso le informazioni vengono trasformate in immagini nelle quali possono entrare in gioco tutti i sensi di percezione, venendo quindi poste nello spazio mnemonico in maniera organizzata.

Le informazioni non vengono legate l’una all’altra come una catena, ma associate sotto un’altra forma di legame che permette di “saltare” un locus di memoria in cui non si ricorda un’informazione associata e passare al successivo.

Per costruire un palazzo della memoria bisogna:

  • Progettarlo nelle dimensioni sufficienti per le informazioni che bisogna ricordare;
  • Dare un ordine preciso al percorso mentale che faremo nel palazzo;
  • Convertire le informazioni da memorizzare in immagini;
  • Associare le informazioni acquisiste sotto forma di immagini ai loci del palazzo;
  • Ripassare in maniera dinamica, di stanza in stanza le informazioni contenute nel palazzo mentale.

Imparare ad allenare la memoria permette di svilupparne la potenzialità e poter ottenere anche delle soddisfazioni nello studio, nella vita professionale e nella vita in genere.